
Nel Vecchio Continente, la reintegrazione scolastica si confronta con sfide significative, tra cui disparità socioeconomiche, discriminazione, barriere linguistiche per gli studenti migranti, e questioni di genere. I dati dei precedenti rapporti UNESCO (2019 – 2022) mostrano che i appartenenti a minoranze etniche o in situazioni di povertà sono più inclini all’abbandono scolastico, mentre le ragazze in alcune comunità continuano a incontrare ostacoli legati a norme culturali. Sebbene molti paesi europei abbiano adottato politiche inclusive, come il rafforzamento dell’educazione bilingue e l’accesso gratuito all’istruzione primaria, le difficoltà economiche e la mancanza di infrastrutture continuano a limitare l’accesso a un’educazione equa. Le iniziative efficaci raccomandate da Commissione Europea e UNICEF includono la promozione di ambienti scolastici inclusivi, il coinvolgimento attivo delle famiglie attraverso workshop e programmi di sensibilizzazione, nonché il rafforzamento del supporto psicosociale per affrontare il bullismo e migliorare la resilienza emotiva degli studenti, specie se giovanissimi.
Dati aggiornati sul fenomeno
Alcuni dati recenti rilevano che circa il 10,3% dei giovani tra i 18 e i 24 anni nell’UE ha abbandonato prematuramente il percorso scolastico, con tassi particolarmente elevati in paesi come Spagna (13,3%) e Romania (15,3%). Parallelamente, circa il 7% degli studenti migranti affronta ostacoli aggiuntivi, come la mancanza di programmi di sostegno linguistico nel proprio idioma madre. Per gli studenti appartenenti a famiglie a basso reddito, il tasso di completamento dell’istruzione secondaria è inferiore al 70% rispetto alla media dell’85% per le famiglie più agiate. A livello di genere, le ragazze rappresentano il 58% degli studenti che rientrano nel sistema educativo attraverso programmi di reintegrazione, evidenziando un potenziale maggiore di abbandono per i ragazzi, spesso legato all’inserimento precoce nel mercato del lavoro. Infine, le politiche europee di finanziamento dell’istruzione, come il programma Erasmus+ e i Fondi strutturali, hanno destinato oltre 20 miliardi di euro nel periodo 2021-2027 (includendo il PNRR ove previsto ed applicabile) per migliorare l’accesso all’istruzione e ridurre le disparità regionali.
Eventuali misure correttive e soluzioni
Il report recentemente pubblicato dall’UNICEF propone a sostegno degli studenti interessati le seguenti misure:
- Creare un ambiente sicuro e di supporto: Garantire protezione da discriminazione e bullismo per migliorare la frequenza scolastica.
- Assicurare un accesso equo all’istruzione: Offrire pari opportunità a tutti i bambini con infrastrutture adeguate e sostegni mirati.
- Rafforzare il coinvolgimento dei genitori: Sensibilizzare le famiglie sull’importanza dell’istruzione, soprattutto per le ragazze.
- Implementare programmi di sensibilizzazione pubblica: Promuovere il valore dell’istruzione e combattere pregiudizi culturali e di genere.
- Supportare la resilienza emotiva degli studenti: Offrire consulenza psicologica per superare traumi e insicurezze.
- Promuovere norme di genere positive: Contrastare stereotipi che limitano l’accesso scolastico delle ragazze.
- Potenziare il supporto linguistico: Offrire corsi per studenti migranti o appartenenti a minoranze linguistiche.
- Facilitare la registrazione e l’iscrizione: Semplificare le procedure burocratiche per ridurre le difficoltà iniziali.
- Indirizzare le barriere economiche: Fornire aiuti come borse di studio, pasti gratuiti e materiali scolastici.
- Promuovere programmi flessibili di apprendimento: Creare percorsi alternativi per chi lavora o ha esigenze particolari.
Nella fattispecie, alcuni tra queste misure sono previste nei piani di spesa e potenziamento scolastico previsti con il PNRR.