
Oggi il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è stato intervistato a Radio Libertà. In questa occasione ha discusso in merito al recente annuncio relativo alle Nuove Indicazioni Nazionali per il primo ciclo soffermandosi sulla sua esperienza personale.
Nuove indicazioni nazionali, introduzione di latino, Bibbia e altre novità, sei d’accordo? PARTECIPA AL SONDAGGIO
Intanto Valditara ha chiarito: “Sono indicazioni, non programmi. Sono le scuole che nella loro autonomia devono attuarle. Se non guardiamo indietro non possiamo andare avanti. Senza un bagaglio di valori importanti rischiamo l’anonimizzazione, una società alla deriva”.
Valditara e la sua esperienza con gli studi classici
Valditara ha intrapreso lui in primis un percorso di studi classico. Ecco cosa gli è rimasto: “Aver studiato bene il latino mi ha dato capacità di ragionamento logico. Se sono diventato docente di diritto romano vuol dire che quella logica che insegna il latino in qualche modo l’abbia esercitata”.
“Poi mi ha dato consapevolezza dei grandi valori della nostra civiltà, senza di essa credo sia difficile avere un distacco dai problemi. Penso a Marco Aurelio, un grande imperatore che sapeva anche staccarsi dai problemi del contingente e fare riflessioni pacate e serene sulla vita”, ha aggiunto Valditara. “Aver studiato i grandi classici mi ha dato la consapevolezza dei valori e di riflessioni che possano darci un senso di pace interiore”, ha concluso.
Nuove Indicazioni Nazionali, la questione dell’autonomia scolastica
Come avevamo scritto d’altronde, la questione è molto complessa e bisogna leggere (o rileggere) il vecchio Regolamento dell’autonomia (il DPR 275 del 1999) per capire i termini del problema.
L’articolo 8 del Regolamento stabilisce che “Il Ministro … definisce, per i diversi tipi e indirizzi di studio:
a) gli obiettivi generali del processo formativo;
b) gli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni”
Ma, a norma dell’articolo 4, sono le istituzioni scolastiche che “nel rispetto della libertà di insegnamento, della libertà di scelta educativa delle famiglie e delle finalità generali del sistema, concretizzano gli obiettivi nazionali in percorsi formativi funzionali alla realizzazione del diritto ad apprendere e alla crescita educativa di tutti gli alunni”.
In altre parole: secondo le leggi attuali, il Ministro ha il diritto/dovere di definire il “quadro” complessivo degli obiettivi generali e degli obiettivi specifici di apprendimento ma non può “prescrivere” e cioè rendere obbligatorio questo o quel contenuto di insegnamento/apprendimento. Questo modello sta alla base di tutte le Indicazioni nazionali fin qui adottate, a partire da quelle del 2005 fino alle più recenti del 2012, aggiornate poi nel 2018.