Tornare alla originaria quantità di studenti delle superiori che dal 7 gennaio svolgeranno didattica in presenza: quella del 50%, prima che lo scorso 3 dicembre, all’ultimo momento, la ministra dell’Istruzione riuscì ad intervenire per fare alzare la percentuale al 75%.
Ora, però, anche a causa delle problematiche che stanno emergendo in alcune prefetture – incaricate tramite lo stesso Dpcm a coordinare dei tavoli provinciali per decidere come gestire la difficile ‘partita’ dei trasporti – sembra che il governo si appresti a tornare alla divisione originaria.
La disposizione, ma anche semplicemente l’apertura a farlo laddove ve ne fossero le necessità, potrebbe essere contenuta già nel Dpcm pre-natalizio approvato dal CdM il 18 dicembre.
I dati dei nuovi contagi, del resto, non possono far bene sperare: oltre 18 mila, con quasi 700 decessi in un solo giorno.
Qualche Regione si sarebbe già schierata per la suddivisione equa, con metà degli alunni a casa a seguire la DaD mentre i compagni fanno lezione a scuola.
“Per garantire sicurezza agli studenti della Lombardia, la ripresa delle lezioni in presenza dal 7 gennaio dovrà avvenire gradualmente – a partire dal 50% – per risolvere alcune criticità che potrebbero favorire una ripresa dei contagi”, si legge nella lettera che Regione, Comuni capoluogo, Anci, Upl e Ufficio scolastico regionale della Lombardia, invieranno lunedì 21 dicembre al Governo”.
“Decisione condivisa al termine della riunione convocata dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, cui ha presenziato anche il prefetto di Milano Renato Saccone”, ha concluso la Regione dell’Emilia Romagna.
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