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Ritorno a settembre, i medici vogliono lo screening dei docenti. Vaia (Spallanzani): diamogli pure più soldi

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Prima di tornare a scuola a settembre, tutto il personale scolastico – docenti, Ata e dirigenti – dovranno sottoporsi ad uno screening sanitario per verificare lo stato della salute, in particolare la negatività del Coronavirus: a chiederlo pubblicamente è stato, domenica 21 giugno, Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani. Una richiesta che fa il paio con quella dei deputati della maggioranza in seno alla Commissione Cultura della Camera che in una Risoluzione presentata il 19 giugno indicano anche l’esigenza di attuare un test sierologico per docenti, Ata e presidi.

Sì ad una campagna di approfondimento diagnostico

In un post su Facebook, l’esperto medico del nosocomio romano sostiene che bisogna guardare “alla scuola, di ogni ordine e grado. Va riaperta ma serve una grande alleanza. La sanità pubblica faccia il grande sforzo di screenare tutto il personale, docente e non docente, attraverso una campagna di approfondimento diagnostico, creando una bolla intorno ad essi e dando così certezza e serenità ai genitori”.

Gratificare i docenti

Secondo Vaia servono più spazi dove insegnare. E anche più soldi per i docenti. “La politica, tutta, smetta di litigare e investa, stavolta per davvero, massicciamente in un piano nazionale straordinario che aumenti le disponibilità delle aule e ne migliori la qualità e gratifichi di più, anche economicamente, le professionalità alle quali affidiamo i nostri figli e nipoti”, ha scritto il direttore sanitario dello Spallanzani.

“Adesso, si riapra veramente tutto”

“La scuola – continua il medico esperto di malattie infettive – torni ad essere il tabernacolo del nostro futuro, la fucina del buon cives. Ripartiamo dalla scuola per far ripartire il Paese. Noi faremo la nostra parte”.

Secondo Vaio “il Paese ha preso consapevolezza che sta uscendo dalla emergenza e vuole riprendere in mano la propria vita. Condivisibile e da favorire con ogni mezzo. Salvo sporadici e deprecabili casi, tutti hanno applicato le regole con severità e serenità. Adesso, si riapra veramente tutto”, conclude il direttore.

La domanda da porsi diventa allora questa: ma si potrà davvero riaprire con gli alunni tutti in presenza? Ad oggi i dubbi permangono. E sono anche tanti.