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Salvini vuole reintrodurre le Province (mai cancellate): servono per la manutenzione di scuole e strade. Ma è un problema di risorse, non dell’Ente

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“Mi chiedono di reintrodurre le Province. Io da segretario della Lega ne sono straconvinto. Le Province servono per scuole e strade ed è una battaglia che spero di portare al successo”. L’annuncio del vicepremier Matteo Salvini, in un incontro coi sindaci a Forte dei Marmi, in provincia di Lucca, è di quelli che non t’aspetti. E se l’ipotesi dovesse andare in porto, le scuole superiori tornerebbero ad essere assegnate, come manutenzione delle strutture, di nuovo alle province.

La cancellazione delle province risale a quasi dieci anni fa: a determinarla è stata la Legge n. 56 aprile 2014, che nel rivedere tutti gli enti locali, ha anche trasformato dieci delle province maggiori, tra cui Roma, in città metropolitane, mentre le province delle regioni ordinarie sono state trasformate in enti amministrativi di secondo livello con elezione dei propri organi a suffragio ridotto. Inoltre, sempre con la stessa legge, cosiddetta “Delrio”, è stata introdotta una nuova disciplina in materia di unioni e fusioni di comuni.

Ma quella legge prevedeva anche che la riformulazione delle province in enti di secondo livello fosse un primo passo verso la cancellazione vera e propria: per attuare la quale era necessaria, però, una riforma della carta costituzionale. Va però anche detto che il 4 dicembre 2016 la bocciatura del referendum costituzionale ha cancellato pure l’abolizione delle province. Le quali sono rimaste in vita sulla carta, ma in pratica svuotate delle loro azioni, per via delle risorse economiche sempre più ridotte se non azzerate.

Quindi l’influenza delle province sulla manutenzione degli istituti scolastici superiori (le scuole secondarie di secondo grado dal primo al quinto anno) riguarda più il nodo dei finanziamenti che del nome dell’ente locale.

Non a caso, il leader della Lega, sempre parlando a Forte dei Marmi, ha detto che “bisogna tornare all’elezione diretta, con le competenze, la scelta diretta dei cittadini e i soldi, perché altrimenti strade provinciali e scuole superiori, che devono essere gestite dalle Province, senza soldi e senza personale non hanno manutenzione”.

Matteo Salvini non intende perdere tempo: se le province così come erano prima del 2014 “tornassero già nel 2024 sarebbe un segnale di efficienza”.

Intanto, l’idea del leader leghista sta riscuotendo consensi all’interno del Carroccio. “Ha ragione il Ministro Salvini, vanno reintrodotte le province con un meccanismo a elezione diretta”, hanno detto Cristiano Di Martino, segretario cittadino di Bologna e vicesegretario provinciale della Lega, e Matteo Di Benedetto, capogruppo a Bologna e vicesegretario provinciale Lega: “è necessario tornare all’elezione diretta e avere un ente che si occupi davvero dei territori di cui è responsabile, partendo dalla manutenzione delle strade, dei fiumi e dei torrenti, del verde, delle scuole e non solo. Per questo applaudiamo alla linea indicata dal nostro segretario e ministro Matteo Salvini: prima si torneranno a votare le province, meglio sarà per il nostro territorio e per tutti i cittadini”.

“Chi decide – continuano – deve rispondere politicamente del suo operato. Oggi l’istituzione, di fatto, rimane, ma trattandosi di un’elezione di secondo livello, chi viene eletto non deve rispondere direttamente delle sue decisioni. I fatti di questi mesi – si pensi al ruolo che l’ex provincia, oggi Città Metropolitana, ha nella manutenzione delle strade, piuttosto che nella gestione post alluvione – dimostrano le necessità di rafforzare questo ente e dare ai cittadini la possibilità di scegliere i loro rappresentanti e amministratori. Ancora, si pensi alle mancanze manutentive nelle scuole, che sono sempre più abbandonate a loro stesse”.