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Sciopero generale: Cgil si prepara, ma il fronte confederale è diviso. Sbarra (Cisl): “Non si può stare con un piede nella trattativa e uno in piazza”

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Settembre è “dietro l’angolo” e, nel mondo della scuola, i problemi da affrontare sono tanti, alcuni difficili (l’avvio delle procedure concorsuali e dei corsi abilitanti), altri quasi impossibili (riduzione significativa del precariato).

Da almeno due mesi la Cgil di Maurizio Landini è al lavoro per lanciare una vera e propria “offensiva” contro il governo già dalle prossime settimane.
Proprio in queste ore (ma potrebbe trattarsi solo di una coincidenza) il quotidiano Il Manifesto sembra voler “scendere in campo” a sostegno delle posizioni della Cgil ed esce con due pagine dedicate interamente alle mille questioni scolastiche irrisolte, autonomia differnziata compresa. Ma, soprattutto, pubblica un editoriale “forte”, un intervento della ex dirigente scolastica Renata Puleo che imputa alle norme sulla autonomia scolastica  e alle riforme attuate da Berlinguer in poi gran parte del “disastro” (reale o presunto) della scuola italiana.
Landini, e anche la stessa Flc-Cgil, non hanno escluso che a partire da settembre la protesta possa trasformarsi in uno sciopero generale di tutto i settori pubblici e privati.

Non la pensa così Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, che in una intervista a ilsussidiario.net sottolinea: “Il sindacalismo confederale italiano è plurale, e in questa fase esprime sensibilità diverse nel modo di interpretare la propria azione. Ma gli obiettivi sono gli stessi, e tra questi credo ci sia anche la tenuta della coesione nazionale dando un’opportunità a un cambiamento partecipato. questo per dire che parlare di sciopero oggi è mettere il carro davanti ai buoi”.
Anche se, per la verità, Sbarra non si nasconde che con il governo la partita è ampiamente aperta: “Vanno rinnovati tutti i contratti pubblici a partire da quello sulla sanità. Chiediamo l’azzeramento del prelievo sui frutti della contrattazione di secondo livello e un forte investimento su istruzione, pubblico impiego e sistema-salute, per garantire dignità ai lavoratori e diritti di cittadinanza da sud a nord”.
“Stare con un piede nella trattativa e con l’altro in piazza – conclude il segretario della Cisl – rischia di auto-sabotarci, facendo saltare gli affidamenti e relegando il mondo del lavoro a un ruolo meramente protestatario”. 

In tutto questo resta l’incognita della Uil che non ha firmato il CCNL della scuola e che negli ultimi tempi si è trovata d’accordo più con la Cgil che con la Cisl. Ma questa volta c’è in ballo in uno sciopero generale e non del solo comparto scuola: i giochi sono molto più complicati, e al momento è difficile fare previsioni.