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Sciopero generale dei sindacati di base il 2 dicembre, la protesta del 23 settembre di Flc-Cgil per il clima si è fermata allo 0,5%

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Venerdì 2 Dicembre 2022 tutto il sindacalismo di base scenderà in piazza per uno sciopero generale unitario “contro la guerra e l’economia di guerra, vera sciagura umana e sociale per i popoli ed i lavoratori”.

La piattaforma messa a punto dai sindacati che proclamano lo sciopero (Cobas, Unicobas, Cobas Sardegna, Cub, Usb, Sgb, Sicobas, Usi-ct e Adl Varese) è molto ampia e riguarda tutte le categorie dei lavoratori, tutti i settori pubblici e privati, dalla sanità alla scuola, dalle fabbriche ai trasporti.

Si parte dal rinnovo dei contratti e dall’aumento dei salari con adeguamento automatico al costo della vita e con recupero dell’inflazione reale per arrivare all’introduzione per legge del salario minimo di 12 euro l’ora.
Ma si parla anche di cancellazione degli aumenti delle tariffe dei servizi ed energia, congelamento e calmiere dei prezzi dei beni primari e dei combustibili e incameramento degli extra-ricavi maturati dalle imprese petrolifere, di gas e carburanti.
Ma ci sono anche questioni che riguardano la situazione internazionale come per esempio il blocco delle spese militari e dell’invio di armi in Ucraina, e questioni di rilevanza strategica per il Paese (una nuova politica energetica che utilizzi le fonti rinnovabili, senza ricorrere a nucleare e rigassificatori, investimenti economici per la scuola, per la sanità pubblica, per i trasporti oltre che per il salario garantito per disoccupati e sottoccupati).

Per quanto concerne nello specifico il sistema scolastico c’è la richiesta di fermare la controriforma della scuola e cancellare l’alternanza scuola-lavoro e gli stage gestiti dai centri di formazione professionale pubblici e privati.

Senza dimenticare i problemi relativi al rapporto Governo-Sindacati (difesa del diritto di sciopero e riconoscimento a tutte le OO.SS. di base dei diritti minimi e dell’agibilità sindacale in tutti i luoghi di lavoro).
E, ben sapendo che con il nuovo Governo potrebbe riprendere in modo decisivo il tema dei poteri delle regioni, i sindacati sottolineano di essere del tutto contrari all’Autonomia Differenziata che “disgrega il paese e allarga le differenze sociali tra territori”.

Difficile fare previsioni sull’esito dello sciopero in questione anche perché nel comparto scuola alla protesta di ieri venerdì 23 sui problemi del clima e della guerra promossa anche dalla Flc-Cgil non si è andati molto al di là dello 0,5%.