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Scoppia il “caso Darwin”

Non c’è pace per il Ministro e per la sua riforma: adesso scoppia anche il "caso Darwin" e questa volta, a scendere in campo, non sono soltanto i sindacati e le associazioni professionali.
Ad attaccare la riforma, anzi i programmi di studio, sono addirittura studiosi e ricercatori di fama internazionale che hanno firmato un appello per chiedere che il tema dell’evoluzione venga ripristinato nelle Indicazioni Nazionali.
Le critiche nei confronti del Ministro si stanno sprecando: l’appello è stato firmato anche dal premio Nobel Levi Montalcini e lo stesso Umberto Veronesi è intervenuto rivolgendosi "all’amica Moratti" per evidenziare come il concetto di evoluzione debba far parte del bagaglio culturale delle giovani generazioni.
In realtà il problema era stato sollevato più di un mese fa da Vincenzo Terreni, presidente dell’Associazione Nazionale degli Insegnanti di Scienze Naturali, ma solo da pochi giorni si è trasformato in un vero e proprio caso politico e culturale, tanto da indurre il ministro Moratti a fornire rapidamente una risposta scritta ad una interrogazione parlamentare.
"In realtà, ribatte il Ministro, le preoccupazioni manifestate sembrano non tener conto della circostanza che neanche i vecchi programmi d’insegnamento della scuola media trattavano specificamente il tema dell’evoluzione, con riguardo alla teoria darwiniana".
"Infatti – prosegue ancora Letizia Moratti – i programmi precedenti fornivano esclusivamente indicazioni di lavoro circa l’origine e l’evoluzione biologica e culturale della specie umana".
Ma la questione, sempre secondo il Ministro, attiene soprattutto il rapporto programmi/autonomia scolastica/libertà di insegnamento: le Indicazioni nazionali non sono prescrittive, se non per quanto attiene gli obiettivi di apprendimento ed anzi  "esaltano – afferma ancora il Ministro – il ruolo dell’autonomia delle istituzioni scolastiche riconoscendo ai docenti una responsabilità di scelte che ne valorizza il profilo professionale".
Nella polemica è intervenuto anche il prof. Bertagna, che ha ricordato come le Indicazioni nazionali privilegino soprattutto le narrazioni fantastiche e i miti delle origini, favorendo indirettamente l’approccio del bambino alla scienza e alle teorie scientifiche.
Probabilmente si tratta di una vera e propria "tempesta in un bicchier d’acqua" ma sta di fatto che da diversi giorni la questione sta appassionando gli addetti ai lavori e sta offrendo al fronte anti-riforma un ulteriore motivo di opposizione.

Reginaldo Palermo

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