Home I lettori ci scrivono Scuola di Alta Formazione, formazione continua e lo sperpero dei soldi pubblici

Scuola di Alta Formazione, formazione continua e lo sperpero dei soldi pubblici

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Vergogna! È la prima parola che mi viene in mente di fronte alle cifre che verranno sperperate per la “Scuola di Alta formazione e formazione continua” partorita dalla “Premiata Ditta Draghi-Bianchi”.

Con le laute somme destinate al Mega-Presidente e al Mega-Direttore Generale, pari a 493.692,84 euro, si potrebbero retribuire VENTI insegnanti neo-assunti a favore della diminuzione a 20 del numero di alunni per classe, 15 in presenza di un/a ragazzo/a con disabilità.

Spendendo bene i 693.717,54 euro stanziati per un dirigente e dodici funzionari “inutili”, da far sedere a cassetta del nuovo “Carrozzone” di Stato, altri TRENTA nuovi DSGA e/o applicati di Segreteria e/o collaboratori scolastici avrebbero un reddito vero, generato da un lavoro vero, indispensabile per il buon funzionamento della Scuola Pubblica della Repubblica Italiana.

Per non parlare della formazione affidata a formatori “quaquaraquà”, come direbbe Sciascia, che non si sono mai formati con esperienze didattiche vere in classi “vere”. Cicerone aveva ragione: “Quousque tandem…”?

Imitando il barbaro Brenno, sull’altro piatto della bilancia la “Premiata Ditta Draghi-Bianchi” ha deposto caritatevolmente i trenta denari dell’ennesimo contratto-vergogna a sfavore del personale scolastico. E i sindacati? Come le tre scimmiette: non vedono, non sentono e non parlano. In verità straparlano di altro, guicciardianamente ben attenti alla conservazione del proprio “particulare”.

Lancio una sfida: i sindacati avranno il coraggio di proclamare, per il prossimo mese di settembre, l’unica forma di SCIOPERO EFFICACE e A COSTO ZERO per i docenti? Sto parlando del rifiuto di accettare incarichi non obbligatori di 1° e 2° Collaboratore del Preside, Referenti di Plesso, Referenti per il Sostegno, Figure Strumentali, Coordinatori dei Consigli di classe, Referenti Covid, Componenti del NIV, etc.

Semplicemente, e senza alcuna penalizzazione economica per i docenti delle scuole di ogni ordine e grado, risulterebbe impossibile far funzionare gli istituti scolastici. Le lezioni sarebbero regolari, così come le riunioni degli organi collegiali (i verbali delle quali verrebbero stilati a turno dai docenti presenti), ma ciascun Preside dovrebbe predisporre di persona l’orario delle lezioni, curare quotidianamente le variazioni d’orario determinate dalle assenze dei docenti, presiedere e coordinare ogni singolo consiglio di classe e GLO (Gruppo di Lavoro Operativo) per la predisposizione dei PEI (Piani Educativi Individualizzati) per gli alunni con disabilità, etc.

In sintesi, se la totalità o anche un rilevante numero di insegnanti avesse il coraggio di aderire alla tipologia di “sciopero-non-sciopero” sopra descritto, cioè si limitasse a svolgere esclusivamente i compiti previsti dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro della Scuola, nessuna maestra e nessun professore potrebbe essere soggetto ad alcuna trattenuta sulla retribuzione!

Ma, nello stesso tempo, anche la mitica “Casalinga di Voghera” scoprirebbe che la Scuola si regge sul senso di responsabilità e l’attenzione continua ai bisogni formativi delle alunne e degli alunni da parte di un numero altissimo di insegnanti che, ogni mattina e durante tantissimi pomeriggi, svolgono VOLONTARIAMENTE lavori fondamentali per il buon funzionamento della Scuola. Si tratta di impegni professionali non contrattualizzati, e quindi non retribuiti, o “retribuiti” con quattro spiccioli da uno Stato privo di vergogna.

Antonio Deiara

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