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Scuola in subaffitto

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Potrebbe anche succedere che qualora il becero masochismo e claustrale del disfatto corpo docente – quello acceso da gagliarde dosi di indifferenza cinica e suicida – incontri il lacero sadismo e curiale dell’inamidato corpo legiferante – quello spento da percolato di retorica perfida e liberticida – possano affiorare, dal febbrile contatto, un algoritmo affetto da delirium tremens, a firma autoriale di misterico rito ridens, e un numero tenebroso, da compagnia gigliata e di ventura contratto: il centosette in stato co(m)matoso.

Potrebbe perfino accadere che diesse imballino commesse: colloquio prodigioso. Quindi invocare suicidi di massa, se osassero kermesse. Potrebbe addirittura avvenire che ineffabili associazioni proclamino se stesse uffici datoriali, atti a dispensare mansioni neofeudali

Decreti di assegnazione alle classi? Officiati per imboscare duchesse. E così spacciare privilegio umorale per diritto costituzionale. Ben poco da dire, un morboso lieto fine. La scuola in subaffitto.

Settembre. Andiamo. É ora di abusare.