Prendiamo una definizione di ‘scuola intelligente’ da un articolo riguardante l’architettura educativa: “La scuola Intelligente segna il passaggio epocale dal concetto di edilizia scolastica a quello di architettura educativa, ovvero quell’insieme ideale di spazi fisici, di tecnologie e di attrezzature capaci di rispondere, anche in tempi rapidi, al maggior numero possibile di ‘bisogni’ complessivi e dinamici delle attività educative e formative, in un rapporto ‘aperto’ con altre attività sociali, di interesse pubblico e di servizio. Si passa da una scuola intesa come semplice ‘contenitore’ ad concetto di organismi che si ‘connettono’ attivamente e qualitativamente con il processo educativo e formativo, ma anche con le realtà culturali, sociali, economiche, organizzative e territoriali”.
Da questa definizione sembrerebbe che le scuole che non seguano criteri costruttivi di architettura educativa non siano intelligenti. Ma se non sono intelligenti cosa sono? Scuole stupide?
La scuola, indipendentemente dalla sua architettura strutturale, esercita la propria attrattività didattica dalla competenza dei suoi insegnanti.
In altre parole, paradossalmente, anche in una scuola che cade a pezzi, un buon insegnante può essere in grado di far veicolare il sapere, raggiungendo talvolta livelli di assoluta eccellenza. Allo stesso modo una scuola costruita con le migliori specifiche progettuali dell’architettura educativa, potrebbe conseguire scarsi risultati didattici per colpa di un inadeguato piano di studi.
Pertanto è contestabile definire intelligente una scuola, solo per le caratteristiche strutturali che la compongono, perchè l’intelligenza è delle persone e non delle strutture.
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