Nelle scuole italiane all’estero, dice il sindacato, è ormai impossibile mantenere un servizio dignitoso ed efficiente. Di fatto il decreto sembra sbloccare alcuni posti, già a partire dall’anno scolastico 2013/2014, “per specifiche e insopprimibili esigenze didattiche o amministrative”.
Ma la Flc-Cgil si chiede: come si attivano nuovi posti “a invarianza di spesa”? Con quali criteri si stabilisce, in un quadro sempre più compromesso, quali sono le realtà con le esigenze più pressanti? Come si procede ad eventuali nomine in mancanza di graduatorie definitive?
Ma soprattutto domanda: C’è davvero la volontà di ridurre il danno prodotto dai precedenti governi al settore delle scuole italiane all’estero o siamo di fronte per l’ennesima volta a una manovra di vetrina, utile solo a garantire qualche sede o qualche unità di personale?
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