Home Attualità Il futuro dell’IA in Italia: riflessioni dopo la visita di Bill Gates

Il futuro dell’IA in Italia: riflessioni dopo la visita di Bill Gates

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La recente visita di Bill Gates in Italia, durante la quale il fondatore di Microsoft ha incontrato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la Premier Giorgia Meloni, offre l’opportunità per un’approfondita riflessione nel nostro Paese sull’intelligenza artificiale (IA), che si auspica venga affrontata nella maniera più serena possibile. Un punto fermo dal quale partire, ritengo, sia la necessità di mantenersi all’avanguardia in un settore in rapida evoluzione e di grandissima importanza. Nell’affrontare i temi dell’IA, è indispensabile adottare un approccio mentale aperto, pronto a sfide e cambiamenti. L’innovazione, in particolare in un ambito così dinamico e destinato a produrre una rivoluzione in ogni settore, richiede una flessibilità di pensiero e una capacità di adattamento fondamentali per cogliere le opportunità che si presentano.

La figura di Bill Gates, icona del settore tecnologico, ci ricorda che il coraggio di innovare e la visione sono la chiave del progresso. Stando così le cose, diventa essenziale garantire che l’accesso alle competenze necessarie per sfruttare l’IA sia assicurato a tutti. In un mondo dove l’IA sta diventando e diventerà sempre più in futuro un elemento centrale della vita di ogni giorno, e non solo nel campo del lavoro come si pensa, la formazione in questo settore dovrà essere resa accessibile a tutti, per evitare la creazione di cittadini di serie A, che hanno le competenze per usarla e trarne utilità, e cittadini di serie B, che sono esclusi. In questa direzione, il concetto di ‘imparare ad imparare’ diventa determinante, poiché le competenze necessarie saranno in continua evoluzione.

L’IA stessa potrebbe rivelarsi uno strumento chiave per ridurre, se non addirittura azzerare, i divari formativi, facilitando l’apprendimento continuo e l’aggiornamento delle competenze. Quanto alle comprensibili preoccupazioni riguardo all’intelligenza artificiale, specialmente per quanto riguarda la possibile perdita di posti di lavoro o il timore che possa allontanarci dalla nostra essenza umana, è giusto ricordare che ogni grande cambiamento porta con sé delle sfide. Pensiamo, ad esempio, a come la stampa di Gutenberg, inizialmente vista con sospetto e timore da alcuni, abbia poi rivoluzionato il modo di diffondere la conoscenza.

Spesso, sono proprio le novità che inizialmente ci preoccupano a portare rivoluzionari miglioramenti. Approcciamoci quindi all’IA con un occhio critico ma aperto, ricordando che il cammino verso l’uso di questa tecnologia è già in corso. C’è un detto latino: ‘volentem fata ducunt, nolentem trahunt’, che significa ‘il destino guida chi è disposto a seguirlo e trascina chi non vuole seguirlo’. Chi prefigura scenari alla Blade Runner con l’IA dirà che c’è solo da augurarsi che questo destino non finisca per essere l’IA stessa. Ma non è escluso che ci trascini verso un futuro in cui diagnosi mediche rapide e precise potrebbero diventare la regola, salvando milioni di vite e, magari, ci trascini anche dove ‘trovare il lato positivo delle cose’ diventi un’impostazione di default.