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Sogna ragazzo sogna, Alfa: “Vecchioni mi ha insegnato tante cose, anche coi silenzi. Sono stato bullizzato per il mio peso”

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Il cantante Alfa, nome di Andrea De Filippi, 23enne genovese al momento sulla cresta dell’onda dopo il Festival di Sanremo 2024 e il duetto con l’ex docente Roberto Vecchioni, è stato intervistato ai microfoni de Il Corriere della Sera, con il quale ha cantato “Sogna, ragazzo, sogna“.

Ecco le sue parole di Vecchioni: “Col prof Vecchioni ci alterneremo, facendo tappa reciproca nei nostri tour. È un grande uomo, d’incredibile umiltà. Mi ha insegnato tante cose, dicendole anche coi silenzi. Pensare che sono nato grazie anche a una sua canzone, è con lui in sottofondo che i miei si sono innamorati. In camera conservo da anni il suo poster alla parete, però adesso sopra c’è la sua firma”. 

“Se va di moda la tristezza, la vera rivoluzione è essere romantici”.

E, sulla sua generazione: “Se va di moda la tristezza, la vera rivoluzione è essere romantici con perseveranza. Dal periodo del Covid abbiamo ereditato rabbia e aggressività, la mia è una generazione ansiogena. È indubbio che la vita sia da prendere a morsi, ma cerchiamo di ricalibrare il concetto di tempo, siamo giovani senza pazienza”.

“Sono stato bullizzato per il mio peso, questa la molla per scrivere canzoni. Ero timido, a scuola non parlavo, la musica era la mia alternativa alla socialità, una terapia”, ha aggiunto, parlando della sua adolescenza.

“Si fa fatica a parlare di sentimenti, in un tempo in cui c’è tanta cinica disillusione. Non si vive senza sognare. Siamo sempre connessi, ma dovremmo abbracciare di più il reale. Ai social devo tutto. Senza una piattaforma dove ho caricato la mia canzone e grazie al web è esplosa, non avrei potuto fare questo mestiere. Mai avrei partecipato a un talent: le luci, i giudici… m’imbarazzo solo a pensarci. Sono sempre stato quello sullo sfondo. Ho iniziato a fare musica per piacere agli altri, e mi ritengo fortunato se la mia passione è diventata un lavoro”, ha concluso.

“Voglio essere l’anticool”

Alfa è spesso visto come un’alternativa alla sua generazione, lontano dall’universo dei trapper: “Io sono tutt’altro che risolto, ma ho un approccio diverso. Sono una persona che soffre e ha ansia come tutti, ma dopo il Covid ho avuto un modo di reagire diverso. Penso che ci sia tanto egocentrismo, le persone non riescono a uscire dai propri pensieri. Io per crescere in primis ho iniziato a osservare, essendo un timido”.

“Anche io ho sofferto di depressione dopo il successo improvviso delle prime canzoni. Ma ho trovato un modo di rimanere normale, mi sveglio ogni mattina grato alla vita perché faccio lavoro dei miei sogni. Sono grato a prescindere se le canzoni vanno bene o male. Io sono uscito da una certa logica, fare i numeri era il mio modo di esistere prima, ma col Covid si è fermato tutto. Oggi la musica ha il problema dell’estetica, la musica è solo estetica, l’occhio è più soddisfatto dell’orecchio. Io non voglio essere ‘cool’, io voglio essere l’’anticool’. Mi sono stancato di questi progetti che pensano solo ai vestiti, servono le canzoni per costruire una carriera. Devo molto ai miei genitori dal punto di vista pedagogico, mi hanno insegnato ad amarmi, così sei meno soggetto agli urti della vita”, ha concluso.

Il duetto che ha colpito il mondo della scuola

Sulle note di “Sogna ragazzo sogna” abbiamo assistito a un viaggio generazionale bellissimo: la complicità tra docente e studente. Proprio il cantautore ed ex docente aveva raccontato di aver scritto quella canzone dedicandola ai suoi studenti e oggi, dopo tanti anni, arriva la risposta. Infatti, Alfa ha deciso di dare un finale alla canzone, rispondendo al prof con le sue strofe così da concludere un cerchio. Tutto ciò è valsa la standing ovation dell’Ariston.

E al mondo della scuola quel messaggio è arrivato. Infatti, tra i tanti ad aver condiviso il duetto c’è anche il prof Sandro Marenco che sul proprio profilo Instagram ha commentato commosso: “Grazie prof Vecchioni e grazie Alfa per avermi fatto vedere la mia scuola, quella che tanti insegnanti come me, come noi e tanti alunni come te, come voi, costruiscono ogni giorno”.