Home Attualità Sostegno, i posti del Tfa sono maggiori dove non si assumono docenti

Sostegno, i posti del Tfa sono maggiori dove non si assumono docenti

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Il problema storico del sostegno non riguarda solo i precari che non trovano stabilizzazione e quindi non possono garantire continuità didattica: i posti del Tfa sostegno del V ciclo, come i precedenti, sembrano non tenere conto delle reali esigenze territoriali di docenti specializzati sul sostegno.

Più posti di tfa sostegno dove mancano le assunzioni

Non si tratta di una novità e infatti anche il IV ciclo del Tfa sostegno presentava questo problema: più posti di corsi di specializzazione dove le possibilità di immissioni in ruolo sono decisamente più scarse. Al contrario, nei territori dove l’assenza di specializzati si traduce spesso in assenza di candidati nelle graduatorie per l’immissione in ruolo, i posti del Tfa sostegno sono bassi.

Con questo trend sarà sempre in vigore il flusso di docenti specializzati del sud che, non avendo possibilità di essere assunti nelle loro province o regioni come specializzati sul sostegno, decideranno di trasferirsi al nord, dove resteranno lì per 5 anni con il vincolo quinquennale.

Posti tfa sostegno Nord-Sud: i dati

Facciamo alcuni esempi: sul totale dei posti a disposizione, che sono 19.585, a cui si aggiungono altri circa 4500 per gli idonei del IV ciclo, appare evidente come il numero dei posti più alto in Italia sia al sud Italia, in primis la Sicilia con i suoi 4675 posti a formazione, ma dove abbiamo il numero più in basso di immissioni a ruolo.

Basti pensare che in Sicilia, per la secondaria di II grado ci sono 9 posti dal concorso straordinario, 80 posti per secondaria I grado, mentre per il concorso ordinario, i posti di sostegno sono 52 per la secondaria I grado, 5 per la scuola secondaria di II grado. Anche infanzia e primaria presentando pochi posti: 31 per la scuola primaria e addirittura 4 per l’infanzia. Complessivamente i posti di sostegno destinati ad immissione in ruolo dai concorsi sono 181 su un totale di 4675 docenti che si specializzeranno sul sostegno.

In Campania i posti a formazione tfa sostegno v ciclo sono 1460. E i posti per l’immissione a ruolo dei concorsi? Concorso straordinario secondaria II grado 6 posti, secondaria I grado concorso straordinario 161, concorso ordinario secondaria I grado 101, secondaria II grado ordinario 1 posto. Per l’infanzia non ci sono posti di sostegno in Campania, invece per la scuola primaria ordinario i posti sono 4 posti.

Pertanto, nel sud Italia ne deriva che si specializzano molti più docenti, circa il 40% dei posti a formazione, dove però si immettono in ruolo pochissimi a causa della mancata trasformazione delle cattedre in deroga. La sola Sicilia quest’anno è arrivata a 10mila posti in deroga, circa 5000 Campania.

Al nord invece c’è la situazione opposta: il Piemonte ha 205 posti a formazione v ciclo tfa sostegno, a fronte però di 7957 alunni con disabilità, in Emilia Romagna 460 posti a formazione a fronte pero di 5062 posti in deroga. Lombardia 1000 posti a formazione a fronte di circa 10mila cattedre in deroga e 4500 posti in organico di diritto non coperti da assunzioni a ruolo.

MiSoS: una questione meridionale sul sostegno

Tutto ciò apre una e vera e propria questione meridionale sul sostegno, dove anche gli alunni del sud Italia meritano la continuità didattica che può essere garantita solo attraverso la trasformazione delle cattedre in deroga e l’immediata stabilizzazione dei docenti specializzati sul sostegno”, dice Ernesto Ciracì, presidente dell’associazione nazionale MiSoS.

La mancata programmazione in base al fabbisogno regionale e al numero degli alunni con disabilità, ci pone di fronte ad un cortocircuito senza vie di uscite, che da una parte al sud Italia, provoca un ingrandimento “delle sacche di precariato” riguardanti i docenti di sostegno con un numero elevato di docenti in  formazione e un numero risicato di cattedre destinate al ruolo, al nord  Italia inversamente, abbiamo un numero irrisorio di posti a formazionee un numero elevato di posti a ruolo non occupati per mancanza di specializzati sul sostegno”, spiega il presidente del movimento insegnanti di sostegno che conclude: “Il dramma in queste ore in diverse regioni del nord Italia è la ricerca forsennata di supplenti senza alcuna esperienza (anche tramite Mad), tutto ciò si  ripercuote inevitabilmente sulla qualità dell’attività educativa didattica che andiamo ad rivolgere agli alunni con disabilità. Per porre un argine all’emergenza sul sostegno scolastico è quanto mai necessaria  un’efficiente progettualità, allocando risorse finanziarie tali da trasformare le cattedre in deroga in stabili e immediata stabilizzazione dei docenti specializzati sul sostegno ma soprattutto occorre  lungimiranza e non di perenne rincorsa all’emergenza.”