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Stipendi dei docenti, il PD prende l’impegno politico di aumentarli a livello degli altri paesi di Europa

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Il Segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, durante la trasmissione a Filo Rosso su Rai 3, promette, in caso di vittoria alle prossime elezioni politiche, di portare gli stipendi dei docenti a livello delle retribuzioni degli altri paesi europei.

Letta (Pd): “Pagheremo i professori come nel resto d’Europa”

Ecco la dichiarazione del leader del PD: “Mi prendo l’impegno: se vinciamo, a fine legislatura, gli insegnanti saranno pagati con una retribuzione che sarà la media di quella degli altri insegnanti europei”. Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, a Filo rosso su Rai3. “E’ una cosa che vorrei fortissimamente per la fine della legislatura, nel 2027. L’Italia è uno dei Paesi che paga gli insegnanti di scuola media o superiore di meno di tutti gli altri. O meglio – precisa – all’inizio della carriera è un pochino meno, poi, andando avanti, negli altri Paesi lo stipendio cresce. In Italia praticamente resta uguale”.

Stipendi bloccati da 44 mesi

Sul tema dell’aumento degli stipendi degli insegnanti c’è da dire che Enrico Letta è stato già a Palazzo Chigi come Presidente del Consiglio e, nonostante il contratto della scuola fosse scaduto da più di 4 anni, non ha pensato a rinnovare il CCNL scuola scaduto nel 2009. Letta è stato Presidente del Consiglio dall’aprile 2013 al febbraio 2014, il Ministro dell’Istruzione era Maria Chiara Carrozza. Nel programma politico di Enrico Letta c’era anche il rinnovo del contratto scuola, fermo da troppi anni, ma in quel caso il Governo Letta cadde ancora prima di qualsiasi trattativa di rinnovo contrattuale. Per avere un rinnovo contrattuale di soli 85 euro lordi mensili si è dovuto attendere il 2018 con il Governo Gentiloni e la Ministra Valeria Fedeli.

Adesso il film si ripete, con un contratto scuola già scaduto da 44 mesi, Enrico Letta, come Segretario del PD, promette in campagna elettorale un aumento stipendiale, nell’arco dei prossimi 5 anni, a livello degli stipendi europei.

Le promesse mancate

Nella campagna elettorale del 2018, fu Di Maio del M5S (oggi candidato nelle liste del PD) a promettere stipendi europei nella legislatura che si sta per chiudere. Nonostante il M5S è stato al Governo per 4 anni, i docenti italiani non solo non hanno visto aumenti stipendiali ma hanno ricevuto carichi di lavoro aggiuntivi e obbligatori.

Quando il Governo Gentiloni nel 2018 rinnovò il Contratto scuola dopo un blocco quasi decennale, con una somma superiore agli 85 euro lordi e mensili, l’On. Di Maio fu molto chiaro ed esplicito nelle sue dichiarazioni: ”Dobbiamo prima di tutto adeguare gli stipendi dei docenti italiani alla media europea e garantire la valorizzazione della loro professionalità, anche con il rinnovo contrattuale e la retribuzione delle ore di formazione e aggiornamento. La professione docente deve tornare ad avere il prestigio che gli è stato sottratto, anche attraverso una stabilizzazione dei precari storici”.

Sulla riforma della Buona Scuola l’ex leader del M5S così si era espresso: ”La riforma Renzi non ha nulla di buono. La smantelleremo partendo proprio da quelle misure che hanno trasformato la scuola in un’azienda: i super-poteri ai presidi, la chiamata diretta dei docenti, il bonus premiale e la card formazione per i docenti che è più una mancetta elettorale”.

Quelle del M5S sono state tutte promesse tradite per buona parte del mondo della scuola. Adesso Di Maio è di fatto candidato con il PD e le stesse sue promesse vengono avanzate da Enrico Letta.