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Rinnovo contratto scuola, gli Ata: “condizioni peggiorative”. Flc-Cgil: “se non l’avessimo firmato avremmo danneggiato i lavoratori”

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Il Comitato per la proroga dei contratti PNRR e Agenda Sud dei collaboratori scolastici del ministero dell’Istruzione e del Merito, ha inviato una lettera dal titolo “Il ruolo dei sindacati nella tutela del personale Ata” di cui riportiamo un estratto:

“Come noto, dal prossimo 9 aprile 2024 saranno votati nella quinta Commissione della Camera dei Deputati due emendamenti presentati dalla maggioranza (14.35 NM, 14.36 LEGA, 14.37 FDI, 14.38 FI) e dall’opposizione (14.41 e 14.42 AVS) riguardanti la proroga al 30 giugno 2024 dei 6000 contratti di lavoro PNRR e AGENDA SUD dei collaboratori scolastici delle scuole del Ministero dell’Istruzione e del Merito.

Il Sottosegretario al Ministero dell’Istruzione e del Merito, Onorevole Paola Frassinetti, ha dichiarato qualche giorno fa in pubblica audizione in Commissione Istruzione quanto segue: nel condividere l’esigenza di intervenire per prolungare i contratti in essere al 30 giugno 2024 informo che sono in corso le necessarie interlocuzioni per individuare le risorse destinate alle predette finalità pari a circa 20 milioni di euro.

Ancora una volta, il futuro di 6000 lavoratori, anziché legato a logiche di programmazione a lungo raggio e di buona politica, dipenderà da un emendamento votato appena qualche giorno prima della scadenza dei contratti di lavoro.

Purtroppo, la politica è questa. Cambiano i governi ma la musica è sempre la stessa. Piuttosto, quello che lascia perplessi e sconcertati è il ruolo dei sindacati in questa vicenda e, ancor prima, nella questione dell’aggiornamento delle graduatorie di terza fascia del personale ATA e poi nella firma del “nuovo” contratto collettivo nazionale di categoria.

Lo scorso 18 gennaio è stato sottoscritto il nuovo CCNL del comparto scuola valido per il triennio 2019/2021 e già questo la dice lunga. Nel 2024 si firma un contratto valevole per il 2019. Tra le prime nozioni, ad uno studente di giurisprudenza viene insegnato che la legge non dispone che per l’avvenire: essa non ha effetto retroattivo.

Tuttavia, tale principio, in quanto privo di rango costituzionale, può essere discrezionalmente derogato dal legislatore ordinario. Pertanto, il legislatore può ritenere opportuno estendere gli effetti di una legge anche al passato (es.: aumenti di stipendio con decorrenza retrodatata). E l’Italia, si sa, è il paese dei balocchi e delle deroghe. Basterebbe già questo per far capire ad un cittadino di un altro paese europeo l’attenzione che l’Italia ha verso la scuola. E soprattutto, basterebbe per far capire che, ormai, i sindacati italiani versano in una condizione di anestesia di Stato.

Il nuovo CCNL, firmato da CGIL, CISL e ANIEF, non solo ha introdotto condizioni di lavoro peggiorative, ma ha lasciato fermi al palo della povertà gli stipendi del personale ATA. La UIL, invece, si è limitata a non firmare. Non pervenuti, da parte del segretario della UIL Scuola, avvisi di sciopero generale e mobilitazione di massa dei lavoratori.

Oggi un collaboratore scolastico neo assunto percepisce a malapena una busta paga di 1200 euro. Un assistente amministrativo, poco di più. Si pensi al caso di una famiglia monoreddito con due figli, un mutuo/affitto da pagare, utenze domestiche e le spese necessarie per vestiario ed alimentazione. E mai voglia nessuno che ci sia un medico da pagare.

C’è stato un tempo in cui i sindacati confederali contavano più del Parlamento. Esercitavano un potere che travalicava la semplice rappresentanza degli iscritti. Avevano un diritto di veto su tutto. Oggi, invece, gli stessi iscritti ai sindacati non si sentono più sufficientemente tutelati.

I sindacati continuano a stupire per l’inadeguatezza del loro livello di informazione sulle problematiche del personale ATA ma, soprattutto, per l’evanescenza della loro azione a tutela dei lavoratori.

Appena 24 ore fa è apparso sulla pagina facebook della CGIL un avviso di stato di agitazione in favore del personale ATA. Alla CGIL diciamo “meglio tardi che mai”. Ci auguriamo per un prossimo futuro una maggiore tempestività ed incisività nelle azioni a tutela del personale ATA.

Ricordiamo ai sindacati ed alla politica che i collaboratori scolastici svolgono compiti di primaria importanza per il regolare funzionamento degli istituti scolastici, dalla vigilanza degli alunni alla pulizia e sanificazione degli ambienti, alla manutenzione, oltre a garantire il corretto svolgimento delle attività pomeridiane, finanziate proprio con i fondi PNRR e necessarie per disincentivare la dispersione scolastica nelle aree disagiate del Paese.

Molti di loro, contando sulle promesse di un governo in carica, nel pieno esercizio delle sue funzioni, e non basate su campagne elettorali, hanno investito nella credibilità delle istituzioni accettando incarichi di organico aggiuntivo PNRR fuori dalla regione di residenza, lasciando i propri figli e le proprie famiglie a centinaia di chilometri di distanza, pagando affitti esosi ed affrontando notevoli difficoltà in termini logistici ed economici.

La loro perdita causerebbe un’ulteriore carenza di personale, con ricadute negative sulla qualità dell’istruzione e sulla sicurezza degli studenti e delle stesse scuole, già a corto di personale. E la situazione è destinata a peggiorare. I progetti e le attività a carico delle scuole aumentano. I pochi collaboratori scolastici rimasti non possono addossarsi tutte le responsabilità, e il rischio è di un calo drastico della qualità dei servizi offerti.

Il Comitato, in diverse comunicazioni, già inviate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministro Valditara, a tutti i politici di maggioranza del comparto scuola, ai membri della Commissione Bilancio della Camera, ai sindacati ed agli organi di stampa, chiede un intervento urgente del governo per reperire i fondi necessari a prorogare i contratti in scadenza e, per il futuro, ad attuare ogni iniziativa utile a far si che l’organico aggiuntivo, dapprima utilizzato durante la pandemia e ora grazie ai fondi PNRR, divenga “strutturale”.

La proroga è una questione di urgenza assoluta, non solo per tutelare i diritti dei lavoratori, ma anche per garantire il regolare svolgimento delle attività scolastiche”.

Italia, 6 aprile 2024

La risposta della Flc Cgil

Riceviamo e pubblichiamo la risposta alla lettera del Comitato, da parte della Flc Cgil:

“Care/i colleghe/i, crediamo di poter comprendere – e vorremmo che la nostra sincerità non fosse messa in discussione – l’amarezza e forse anche l‘ira che cogliamo nelle parole della vostra lettera. Una comprensione che nasce dal fatto che, contrariamente alle note ingiuste di cui siamo fatto oggetto, noi viviamo in contatto permanente, quotidiano, con i colleghi che lavorano nelle scuole e che non mancano di segnalarci i problemi che voi stessi segnalate. Alcune vostre valutazioni politiche sono condivisibili. E’ ben vero, ad esempio, che il sindacato ha subito tali e tanti forti attacchi (cambiano i governi ma non cambia mai il tentativo di emarginazione dei rappresentanti delle forze del lavoro) con leggi e iniziative antisindacali negli ultimi decenni, da metterlo in forte difficoltà nella sua azione di difesa dei lavoratori.

Ma, nel contempo, noi non abbiamo tralasciato mai di protestare e proporre e lottare (chi in questi ultimi anni se non la CGIL è in campo con scioperi e manifestazioni in tutto il Paese per tutelare i diritti del mondo del lavoro?). La sola CGIL sta proponendo referendum e leggi di iniziativa popolare contro la precarietà e per il ritorno all’integralità delle tutele dello statuto dei diritti dei lavoratori. Ricordiamo che i Contratti dei lavoratori pubblici non sono stati fatti per 9 anni (2009-2018) con provvedimenti di legge e ne abbiamo siglati due dal 2008 ad oggi con grande fatica. Sì, il modello contrattuale è entrato in crisi e lo dobbiamo cambiare: inaccettabile che i contratti vengano siglati a triennio scaduto. E però, quando sottoscriviamo un contratto, lo facciamo perché in quel contratto ci sono degli avanzamenti. Perciò non siamo assolutamente d’accordo con l’affermazione seguente: “Il CCNL …….non solo ha introdotto condizioni di lavoro peggiorative, ma ha lasciato fermi al palo della povertà gli stipendi del personale ATA”.

Se non avessimo firmato quel contratto non avremmo avuto che l’indennità di vacanza contrattuale. E molti diritti come ad esempio quello dei permessi retribuiti ai precari non sarebbero stati riconosciuti. Non possiamo qui indicare tutti i passi in avanti fatti con l’ultimo contratto perché li abbiamo ampiamente illustrati in migliaia di assemblee e di nostri documenti postati sul nostro sito ottenendo il consenso dei lavoratori. Ma non ci sottraiamo ad ulteriori incontri specifici se ci vengono richiesti. Vediamo che correttamente la FLC Cgil non viene citata in maniera critica sui temi delle graduatorie e della certificazione informatica o della proroga dei contratti (dire la verità sul fatto che la questione è in alto mare non è scorretto), ma viene criticata per essersi mossa tardi proclamando la mobilitazione solo oggi. E va bene! Sia pure, accettiamo questa solita metafora ferroviaria che ci vede sempre in ritardo. Ma c’è una differenza fra chi arriva in ritardo e chi non parte nemmeno. E questo andrebbe apprezzato.

Quando si proclama lo stato di agitazione lo si fa perché altre forme di pressione – e noi le abbiamo usate tutte: emendamenti, sit in, incontro coi parlamentari ecc. – non hanno prodotto risultati. E questo è proprio il caso della proroga contratti PNRR.  La FLC CGIL è stata l’unica a organizzare un sit in davanti al Ministero il 13 febbraio scorso, rivendicando la proroga dei contratti e la tempestività dei pagamenti. Conoscete le rivendicazioni – e ricordiamo che fra queste vi è da molto tempo la proroga dei Contratti PNRR e Agenda Sud fino al 2026  congiuntamente al fatto che l’organico ATA va rivisto e potenziato – e ad esse rinviamo. 

Molte volte si rimprovera il Sindacato di non mobilitare i lavoratori ma altrettante volte, quando ci si incammina su un terreno di lotta, gli stessi che accusano il sindacato di essere poco combattivo, poi non scioperano o non partecipano. Speriamo che questa volta ciò venga smentito. Rimaniamo sempre pronti al confronto e assicuriamo che il nostro impegno per ottenere la proroga dei contratti continuerà in tutte le sedi politico-sindacali. Auguriamo belle e buone cose”.