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Studenti picchiati a Pisa, la mamma di una delle minorenni: “voi poliziotti come guardate in faccia i vostri figli?”

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I recenti fatti di cronaca riguardanti alcuni studenti di Pisa colpiti dai poliziotti mentre stavano proseguendo in corteo per una manifestazione di pace per chiedere il “cessate il fuoco” hanno scosso l’opinione pubblica.

Docenti, studenti, organizzazioni sindacali, personaggi della cultura e del mondo della televisione hanno condiviso le scene forti di questi studenti ricoperti di sangue.

A parlare è stata anche una docente, la mamma di una delle studentesse minorenni colpite dagli agenti della polizia. Sul proprio profilo Facebook l’insegnante ha commentato i fatti con un lungo post:

Poco fa mia figlia è stata dimessa dall’ ospedale Lotti di Pontedera. Ringrazio il personale sanitario per il sostegno che hanno dato a Gemma, con affetto e professionalità. Mia figlia, minorenne, ha fatto accertamenti per le ecchimosi dovute alle botte che ha preso stamani. Caduta in terra per le spinte ricevute, è stata investita da un poliziotto che ha preso di mira la sua gamba destra, a manganellate. Mia figlia non poteva difendersi ha detto al poliziotto di fermarsi, ma non è stato così. Comunque Gemma lunedì rientra a scuola, a testa alta. Quanto a voi poliziotti, con quali occhi stasera guardate in faccia i vostri figli? Ancora ho il disgusto e i brividi per quello che è accaduto a mia figlia, e ai nostri studenti. Ringrazio tutti i miei colleghi e tutti gli amici, che in questo momento così orribile, sono scesi in questa piazza stasera. Sono vicina ai genitori degli altri nostri studenti, picchiati e spaventati. Mi commuove tanto, tutto questo. Non mi fa paura il male. Mi fa ribrezzo. Come la viltà. Quel che ora penso veramente è che il male non è mai ‘radicale’, ma soltanto estremo, e che non possegga profondità, né una dimensione demoniaca. Esso può invadere e devastare il mondo intero, perché si espande sulla superficie come un fungo. Esso ‘sfida’ come ho detto, il pensiero, perché il pensiero cerca di raggiungere la profondità, di andare alle radici, e nel momento in cui cerca il male, è frustrato perché non trova nulla. Questa è la sua ‘banalità’. Solo il bene è profondo e può essere radicale. Hannah Arendt

Pisa, manifestazione studenti, lezione pratica di educazione civica. Che fare dopo le manganellate della polizia a chi chiede la pace?

Nel tentativo di fare un passo ulteriore nell’analisi e nella riflessione su un fatto davvero gravissimo credo
sia necessario tentare di leggere gli eventi secondo un’ottica educativa e pedagogica. Anche cercando di
trasformare questo orribile episodio di violenza da parte dello Stato in un percorso di costruzione di pace.
Cerco di farlo andando per punti.

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