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Sui banchi a rotelle, i penalizzati sono sempre stati coloro a cui serviva il prodotto

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Per giudicare bisogna conoscere, pertanto non avendo elementi sufficienti per giudicare la questione riguardante i banchi e non essendo io un tecnico in fatto di arredo scolastico, mi limito a fare alcune considerazioni e a formulare le mie perplessità sotto forma di domanda, in modo che chi vorrà potrà rispondermi. Alcuni anni fa una mia collega si infortunò ad un piede e dovette rivolgersi al pronto soccorso del luogo in cui era in vacanza. Al momento dell’ ingresso nella saletta del Pronto Soccorso ci fu un problema, la sedia a rotelle su cui era seduta non riusciva ad entrare dalla porta. Le dissero che le sedie erano state acquistate da poco. Mi chiesi “Ma di chi è la colpa di tutto ciò?

“Dei responsabili del pronto soccorso che non segnalarono le giuste misure delle porte? Della ditta che si prese in carico il lavoro? Dell’ ufficio tecnico dell’ ospedale che non verificò l’ acquisto? Con le dovute differenze si può fare un confronto con la telenovela dei banchi. Questi, nel lontano 2021, vennero forniti ai dirigenti scolastici  che li richiedevano, laddove ce ne fosse stato bisogno, per permettere di mantenere le distanze tra alunni nel periodo della pandemia. È risaputo che i banchi furono bocciati dalla quasi totalità degli istituti, perché troppo ingombranti rispetto all’ ampiezza delle aule e con il piano di lavoro troppo piccolo. La domanda sorge spontanea. Di chi è la colpa?

Di coloro che presero in carico l’ acquisto? Di coloro che li  costruirono? Della Azzolina che ebbe l’ idea e la mise in atto? Comunque in entrambi i casi i penalizzati sono sempre stati coloro a cui serviva il prodotto; nel caso dell’ ospedale i pazienti, nel caso della scuola gli alunni. E indirettamente anche noi contribuenti che abbiamo finanziato la spesa. Va aggiunto che i suddetti banchi sono finiti col riempire le cantine degli Istituti perché inutilizzabili. La preside incriminata, forse inconsapevolmente, li avrà voluti eliminare senza sapere che il patrimonio scolastico è sacro e catalogato e, anche quando non serve, va tenuto in cantina.  A margine, ma non troppo, va detto che molti Istituti da tempo richiedono una manutenzione straordinaria, perché cadono a pezzi.

Conclusione: gli alunni siedono ancora su vecchie sedie che vengono fatte andar bene sia per bambini troppo alti, sia per bambini troppo piccoli, la povera preside dovrà risarcire 38.000 euro e la Azzolina ha scritto un libro di cui non dico il titolo per non fare troppa pubblicità in cui dice” La scuola deve essere un ascensore sociale”.

PS. Non appartenendo a nessun schieramento direi ciò che ho detto a qualsiasi gruppo di partito.

Mirella Rigamonti