Il nome della scheda deriva da quello di un bar di Ivrea (che richiama sua volta il nome di Arduino d’Ivrea, Re d’Italia nel 1002) frequentato da alcuni dei fondatori del progetto.
Con Arduino si possono realizzare in maniera relativamente rapida e semplice piccoli dispositivi come controllori di luci, di velocità per motori, sensori di luce, temperatura e umidità e molti altri progetti che utilizzano sensori, attuatori e comunicazione con altri dispositivi. È fornito di un semplice ambiente di sviluppo integrato per la programmazione. Tutto il software a corredo è libero, e gli schemi circuitali sono distribuiti come hardware libero.
Con Arduino è possibile introdurre gli studenti alle basi della programmazione attraverso diverse tipologie di progetti come la realizzazione di robot, installazioni multimediali, l’acquisizione di dati in tempo reale, il controllo di fenomeni fisici, la comunicazione dei dati nella rete Internet, la realizzazione di computer indossabili e molto altro ancora. Non si tratta solamente di uno strumento tecnologico, ma anche di una strategia per incoraggiare la creatività individuale consentendo agli studenti di dare forma e sostanza alle proprie idee invece di essere soltanto utenti passivi di strumenti che tendono ad imporre una uniformità di massa. In altre parole le attività espresse attraverso Arduino riescono bene a mettere in pratica le indicazioni costuttiviste, e in particolare quelle raccolte nella teoria/tecnica del Problem Based Learning (PBL).
Si ricorda che il Problem Based Learning, è considerato uno dei metodi educativi e formativi più innovativi degli ultimi 20 anni. E’ basato su un apprendimento self-directed, in cui l’individuo sviluppa attivamente le proprie conoscenze. La premessa di base è che gli studenti acquisiscano maggiore responsabilità per il loro apprendimento individuale.
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