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Test psico-attitudinale obbligatorio per insegnare a scuola? Due prof su tre contrari all’idea leghista: “lo facciano i politici” – Esiti SONDAGGIO

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Test psico-attitudinale funzionale al reclutamento docenti? Oltre il 63% dei docenti dice “no” alla proposta inserita dalla Lega nel proprio programma di Governo, in campagna elettorale. A rispondere al sondaggio della Tecnica della Scuola sono stati 1.723 lettori, l’84,4% dei quali insegnanti.

Una percentuale che si conferma anche nel caso degli studenti: tra loro infatti, solo il 31,8% chiede che il proprio insegnante venga valutato da una test attitudinale.

Quanto ai genitori, la platea si spacca, con una metà favorevole e una metà che nutre dei dubbi.

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Le principali argomentazioni

Ma quali sono le argomentazioni più diffuse che portano ad esprimere un giudizio motivato rispetto all’idea proposta dalla Lega? Chi è favorevole al test psico-attitudinale per i docenti il più delle volte precisa che bisognerebbe comunque estenderlo a molte altre categorie, a partire dalla classe politica.

Ecco come si sono espressi i lettori in questi casi: “Purché lo facciano anche i politici”; “Sono favorevole se viene esteso a tutte le assunzioni, Parlamento compreso”; “Se lo facessero anche politici, magistrati etc, e allora anche i genitori”.

O ancora: “Il test psico-attitudinale dovrebbe diventare obbligatorio per l’intero comparto del Pubblico Impiego: penso ai medici che sono scorbutici con i pazienti, agli impiegati che sono aggressivi nei confronti degli utenti, a certi componenti delle Forze dell’ordine che non rispettano la dignità delle persone che manifestano pacificamente, etc. In sintesi, ripartiamo dall’articolo 3 della Costituzione”.

Le argomentazioni dei contrari

Chi è contrario al test psico-attitudinale, motiva il proprio no nel modo seguente:

“Il mondo della scuola è troppo complesso per poter individuare con certezza l’attitudine corretta”

“Del burnout nessuno parla.. nessuno dice quanto la professione sia alienante.. volete selezionare solo i più duri che possano resistere alla pressione di alunni/genitori/dirigenti/ministero??”

“Pericoloso, può essere strumentalizzato. Se vogliono insegnanti equilibrati, non devono pretendere mesi con un carico orario eccessivo, senza riposo settimanale reale (situazione di molti)”

“Non ha senso, già oggi mancano docenti perché con gli stipendi che ci sono è diventato un lavoro poco appetibile. Per coprire le cattedre si chiamerà chiunque e si dovrà dire anche grazie. Succederà come per il sostegno. Iniziate a pagare i docenti il dovuto prima dell’ennesima imposizione!!”

“Il lavoro degli insegnanti è complesso da valutare ed è frutto delle condizioni in cui egli si trova a operare. Sarei favorevole a una valutazione del lavoro dei politici, dei giornalisti, dei medici, ecc. da parte del cittadino e di altre parti sociali da stabilire con cura. Siamo seri… il lavoro degli insegnanti doveva essere tutelato dalla Costituzione, ma siamo sicuri che essa non sia stata elusa? Chi fa il test psico-attitudinale a coloro che stanno introducendo o hanno introdotto una gestione aziendale nella scuola, dando eccessivo potere ai dirigenti scolastici, creando docenti di ferie A, altri di serie B, e riducendo drasticamente la libertà di insegnamento e la serenità con cui un docente dovrebbe lavorare per formare menti libere?”

“Sarebbero da valutare i vari parametri secondo i quali il test verrebbe preparato. Inoltre, sarebbe nazionale, ovvero uguale per tutte le istituzioni scolastiche, oppure ciascuna scuola potrebbe agire in completa autonomia? Sono, comunque, contrario all’adozione di un test psico-attitudinale; forse, sarebbe più idoneo il ricorso a uno specialista (psicologo o altra figura) cui i docenti potrebbero fare riferimento nella scuola, in caso di necessità e nella più assoluta discrezione, a tutela della privacy di ciascuno”.

“Ma che venga qualcuno in aula, una volta per tutte! gli studenti ti fanno impazzire, altro che test psicoattitudinale!”

Da dove provengono le risposte

Precisiamo che l’indagine è stata realizzata dalla testata giornalistica “La Tecnica della Scuola” nel periodo che va dal 28 ottobre al 2 novembre 2022. Hanno partecipato 1.723 lettori. Il sondaggio non ha carattere di scientificità: i risultati derivano da conteggi automatici.