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Tfa sostegno 2023, troppi docenti non specializzati e squilibrio di posti tra Nord e Sud

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Nel corso della diretta della Tecnica risponde live del 5 giugno 2023, si è parlato di Tfa sostegno. Il segretario nazionale Cisl Scuola Attilio Varengo ha affrontato il tema dello squilibrio di posti tra i bandi delle università e le esigenze delle aree del nostro Paese. In un contesto che vede un numero di docenti senza titolo di specializzazione molto alto.

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Considerato che il decreto, nella sua premessa, ha messo in evidenza la carenza di docenti di sostegno ritieni che si possa risolvere il problema delle nomine dei supplenti con docenti senza titolo di specializzazione?

“La diffusione dell’offerta formativa sul territorio nazionale non può dar luogo a situazioni simili a quelle che abbiamo conosciuto quest’anno e a quello che abbiamo conosciuto nel passato. Il Tfa VIII ciclo conta di 29mila posti, di questi poco più di 5mila sono destinati ad otto regioni del Centro-Nord e coprono una percentuale del 18% scarso rispetto a tutto l’insieme dei posti messi a bando. Queste regioni sono il Piemonte, la Lombardia, il Veneto, l’Emilia-Romagna, il Friuli, la Toscana, la Liguria. Sono regioni che insieme hanno un’offerta formativa del 18% dei posti messi a bando quando proprio in queste regioni si verifica il maggior fabbisogno di docenti specializzati”.

“C’è stato un dossier pubblicato due anni fa da Cisl Scuola che dimostrava che la percentuale di scopertura di posti sul sostegno, cioè i posti di insegnamento sul sostegno affidati a docenti non specializzati in alcune province o regioni addirittura rasentano o superano il 90%. Un forte squilibrio esiste ancora. In tutte le regioni del Nord abbiamo circa 5mila posti, nella sola Sicilia l’università bandisce 5mila posti quando la differenza di docenti specializzati sia squilibrata a danno delle regioni del Nord. È evidente che sarebbe assolutamente necessario un riequilibrio dell’offerta formativa, non può essere solo lasciata all’autonomia delle università”.

“Molto spesso le università non hanno interesse a bandire Tfa su sostegno. Sarebbe necessario, a nostro giudizio, intervenire sulle università, magari andando a prevedere degli incentivi affinchè le università siano invogliate ad andare a organizzare corsi per la specializzazione piuttosto che a corsi di abilitazione, altrimenti ci troveremo sempre di fronte a uno squilibrio dell’offerta formativa” conclude Varengo.

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