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Un prof su 4 è precario

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Sembra un vortice che non debba mai smettere, il ciclone precariato che da troppi anni ormai sta infuriando sulla scuola e che non pare possa definitivamente cessare.  Anzi, con gli anni si avviluppa sempre di più, tanto da sembrare fuori controllo come del resto la ricerca effettuata da Tuttoscuola sembra suggerire, basandosi sui dati ufficiali del ministero.

Pare infatti che i posti assegnati ai docenti precari dal 2015 abbiano raggiunto la soglia del più 224% , 225 mila su un totale di circa 900 mila posti, con una inevitabili ricaduta non positiva sugli apprendimenti degli studenti, in particolar modo su quelli fragili, oltre che sulla vita dei docenti, riconfermati di anno in anno, spesso in scuole diverse, sempre in attesa e sempre in ansia.  

Si parla dunque di un tasso di precarietà che avrebbe raggiunto il  25%, parti cioè a un docente precario su quattro, mentre i tentativi di risolvere questa orribile piaga si susseguono  da anni. 

Oggi Giuseppe Valditara ha in mente un piano di reclutamento per 70 mila posti di docenza per il 2024, di cui circa 20 mila per il prossimo settembre, e in parte riservati ai docenti precari. Tuttavia, sulla base dei numeri elaborati, sembrano reclutamenti del tutto inefficaci per risolvere il problema.

Infatti, secondo quanto riporta Tuttoscuola, esaminando i  dati ufficiali pubblicati dal ministero per il 2021/22 , quei 70 mila posti – ammesso che alla fine vengano tutti coperti da vincitori dei prossimi concorsi (come purtroppo non è avvenuto negli ultimi anni) – copriranno meno di un terzo del fabbisogno. 

Le 70 mila assunzioni copriranno infatti a malapena i 67.467 posti registrati dal Ministero e assegnati a precari con contratto annuale su posti vacanti. 

Questo senza considerare che, nel frattempo, altri 25mila posti circa rimarranno disponibili a settembre a seguito dei pensionamenti. A questo gap si aggiungono altri 157.461 posti coperti l’anno scorso da docenti con contratto fino al 30 giugno. A farne le spese saranno prima di tutto gli studenti, soprattutto quelli con disabilità: nell’anno scolastico in corso la percentuale di alunni con disabilità che si sono visti cambiare l’insegnante di sostegno è salita addirittura al 59%.

Su questo versante, emergono i posti di sostegno in deroga che non hanno mai registrato flessioni dal 2015/16 quando erano poco più di 35 mila; l’anno scorso hanno sfiorato le 96mila unità, per cui tutto fa supporre che i posti di sostegno aumenteranno e i posti in deroga potrebbero sfiorare la punta record di centomila.