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Un’esposizione prematura agli strumenti digitali nuoce allo sviluppo delle funzioni intellettuali, le parole di Luigi Miraglia

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“Stiamo sottovalutando gli effetti psicologici e cognitivi sulla formazione del cervello dei bambini, soprattutto quando vengono avvicinati troppo presto al mondo digitale?” È questa una delle domande che ieri mattina, nel corso della trasmissione di Rai Radio 1 “Giù la maschera”, interamente dedicata alla scuola, il conduttore ha rivolto al professore Luigi Miraglia, latinista e filologo classico, fondatore e direttore del centro internazionale di studi umanistici “Vivarium Novum” di Frascati.

Rispondendo alla domanda, il professore ha messo in evidenza che studi recenti hanno inequivocabilmente dimostrato che un’esposizione troppo prematura agli strumenti digitali riduce l’area di Broca, quella porzione del nostro cervello preposta alla produzione e comprensione del linguaggio, verbale e non verbale e alle più alte funzioni intellettuali. A supporto, ha citato i lavori di Lamberto Maffei, uno tra i più importanti scienziati italiani, già direttore dell’Accademia dei Lincei, considerato uno dei maggiori esperti internazionali di neuroscienze.

A ulteriore sostegno di quanto affermato dal professore Miraglia, il conduttore della trasmissione, Marcello Foa, cita il caso della Svezia in cui, alla fine dell’anno scorso, il Governo ha operato una scelta sorprendente e, di sicuro, controcorrente: i bambini delle scuole elementari torneranno a studiare con la vecchia carta stampata. Una notizia, questa, ampiamente trattata dalla stampa internazionale. Sul sito di Radio 105, ad esempio, al tema viene dato grande risalto: questo ritorno al passato della Svezia, sottolinea l‘emittente radiofonica, non riguarda solo i libri, ma anche i metodi di scrittura, poiché saranno utilizzati solo penna e matita, senza software di scrittura. Inoltre, ai bambini sotto i 6 anni sarà vietato qualsiasi tipo di insegnamento digitale. Questa decisione va contro le scelte dei predecessori del nuovo governo svedese, che avevano puntato fortemente sulla digitalizzazione nella prima infanzia. Tuttavia, la decisione è stata presa sulla base di uno studio internazionale che ha evidenziato un calo dell’apprendimento dei bambini svedesi a causa dell’eccessivo uso dei dispositivi digitali.

In realtà, nel 2021, la ricerca Progress in International Reading Literacy Study (PIRLS), ha rilevato una performance meno brillante del solito dei bambini svedesi di quarta elementare, che hanno ottenuto una media di 544 punti, in calo rispetto ai 555 del 2016. La ricerca internazionale esamina gli alunni nella fase in cui passano dall’«imparare a leggere» al «leggere per imparare» e misura la loro capacità di comprendere ciò che leggono al fine di acquisire nuove conoscenze. Il calo è stato attribuito proprio all’uso smodato di strumenti digitali che impediscono di riflettere e di appropriarsi della conoscenza con la lentezza che questo processo mentale richiede.