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Ungheria, docenti e studenti scendono in piazza per una scuola più equa: salari competitivi, tutele e welfare al centro

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Numerosi studenti ed insegnanti sono scesi in piazza presso la capitale magiara per chiedere un cambio di corso non solo in merito allo stato di diritto, ma anche al generale stato, sempre più mediocre ed insostenibile, del sistema scolastico, sia sotto il profilo retributivo che strutturale e di tutela. Gli studenti, in particolare, a fianco dei docenti, hanno lanciato la campagna “voglio apprendere” col fine di supportare i docenti nel corso delle lunghe battaglie sociali, civili e legali rivolte allo stato ungherese e ai relativi provveditorati, i quali erogano stipendi fermi ad un livello preinflazionario, pari a 700 – 800 euro mensili, relativi alla singola esperienza professionale ed all’anzianità maturata dal docente in carica. Le proteste, svoltesi a Budapest e nelle altre città come Gyor, Pécs, Szeged e Debrecen hanno visto la partecipazione di decine di migliaia di persone dall’avvio dell’anno scolastico. 

Studenti e docenti in piazza: un sistema, una protesta

I sindacati hanno indetto uno sciopero nazionale degli insegnanti per la data odierna. Dopo le proteste dei docenti a livello nazionale nel gennaio 2022, il governo ha limitato lo sciopero nel suo complesso nel settore scolastico. Diversi insegnanti sono stati sospesi la scorsa settimana da una scuola secondaria di Budapest per essersi uniti alla protesta. Gli studenti hanno formato una catena che si estende per chilometri (miglia) attraverso la capitale ungherese mercoledì mattina. Alcuni hanno alzato striscioni “Niente insegnanti, niente futuro” e “Chi insegnerà domani?“, mentre le auto che transitavano ed alimentavano il traffico mattutino suonavano i clacson a sostegno. Migliaia di studenti e insegnanti dovrebbero partecipare a una manifestazione davanti al parlamento oggi stesso in serata. Il primo ministro Viktor Orban, rieletto per il quarto mandato consecutivo il 3 aprile, deve affrontare una sfida crescente poiché l’economia sta andando verso la recessione il prossimo anno, con un’inflazione a due cifre che limita seriamente il potere d’acquisto. Il governo ha affermato che aumenterà gli stipendi degli insegnanti una volta che la Commissione europea rilascerà i finanziamenti dell’UE per il recupero all’Ungheria, che sono stati trattenuti nel mezzo di un’annosa controversia sullo stato di diritto, pari ad oltre 7 miliardi di euro.

Bassi stipendi e welfare limitato: il terrore politico si abbatte su una scuola laica 

A causa della recessione economica Europea, dovuta alla perdita dell’asset strategico circa risorse e geopolitica, la posizione degli insegnanti a livello globale si fa sempre più incerta. I rincari energetici, specie per i lavoratori della scuola dell’infanzia (più precari e meno retribuiti), si abbattono sui desideri di crescita, innovazione e mobilità anche tra paesi. La media degli stipendi per i docenti, in euro e sulla base del potere d’acquisto attuale del fiorino ungherese, risulta così suddivisa: 650 euro per la scuola primaria, 730 per quella media (o equivalente) e 800 per quella superiore. La media europea è nettamente superiore, nonostante il costo della vita in Ungheria si mantenga basso. L’attuale iperinflazione a due cifre sta portando all’innalzamento degli stipendi di tutti i dipendenti pubblici, insegnanti esclusi. Il presidente del Parlamento magiaro Laszlo Kover, figura di spicco del Fidesz di Viktor Orban, ha dichiarato che: “Sono sicuro che gli scioperi non aiuteranno…poiché tutti sanno che il livello dei salari non è in alcun modo correlato alla qualità dell’insegnamento a breve termine“.