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USB Scuola Cosenza sul caso del bambino lasciato solo in classe, si torni alla scuola dei diritti per tutti

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Il caso accaduto in una scuola della provincia di Cosenza, da noi prontamente trattato, sta generando, in attesa di comprendere la genesi di quanto avvenuto, una riflessione di natura politica e sindacale. L’USB scuola di Cosenza, attraverso una sua nota, auspica che si torni al più presto alla scuola dei diritti per tutte e per tutti e alla scuola della Costituzione.

Il caso della scuola cosentina

Racconta la mamma di un bambino di scuola della provincia di Cosenza dice: “Quella mattina avrebbe dovuto segnare un nuovo inizio per mio figlio nella nuova sezione, invece ha trovato tutti i banchi vuoti. L’avevo spostato in questa classe a causa di incomprensioni con alcune maestre che si ostinavano a ribadire la necessità di un’insegnante di sostegno, pur avendo comunicato loro che la diagnosi di iperattività con funzionamento intellettivo superiore alla media non aveva rappresentato un requisito per il riconoscimento dell’invalidità. Anziché valorizzarlo, l’avevano escluso. Perspicace e bilingue, era diventato il “ritardato” della classe. Quella mattina, la “festa dell’accoglienza” avrebbe dovuto sancire l’inserimento nella nuova classe. Invece erano tutti assenti e mio figlio si è trovato smarrito in un’aula deserta”.

Il genitore racconta anche che ha scoperto che dietro ci fosse un piano organizzato grazie a un’altra mamma che ha rivelato l’accordo in una chat whatsapp: “Il pomeriggio precedente, durante l’incontro conoscitivo con il corpo docente, mi ero scontrata con la nuova maestra di matematica che si ostinava a definire mio figlio disabile e fastidioso. La dirigente scolastica, così, ha deciso di ridurle le ore in quella classe. Inasprita, tramite la rappresentante di classe, anch’essa docente, ha aizzato i genitori che, sulla chat di classe, hanno organizzato il piano. Ne ho avuto conferma da una mamma, la quale ha ammesso che in quella chat è partito l’accordo, seppur senza costrizioni. Mi sono sentita trafitta da cotanta cattiveria da parte di adulti che dovrebbero rappresentare l’esempio per i bambini”.

Nota dell’USB scuola Cosenza

La situazione di cui è vittima il bambino discriminato all’interno della sua classe in una scuola della nostra provincia lascia esterrefatti. In una fase in cui alla base di ogni percorso didattico e formativo ci sono i sacrosanti diritti all’integrazione e all’inclusione, ad uno studio sereno e di qualità, ad una costante attenzione ai diversi bisogni sempre più articolati in società difficili e complesse, all’accompagnamento costante verso esiti positivi, all’accoglienza e alla condivisione, episodi come questo, per fortuna divenuto pubblico, di discriminazione ed esclusione indignano e scuotono le coscienze di tutte e tutti, ancor di
più se parliamo di coloro che nella scuola vivono e lavorano.
L’enormità del fatto impone un livello di ripensamento del nostro agire individuale e collettivo, di ogni pezzo del mondo della Scuola quale che sia il ruolo e la funzione che vi svolge, un livello di vigilanza elevatissimo affinché episodi simili non abbiano più a verificarsi e un livello di reazione almeno pari alla gravità di quanto accaduto e all’amarezza che il ragazzo e la famiglia stanno vivendo.
Dicevamo qualche giorno fa che, senza attendismi e tentativi di ridimensionamento degli avvenimenti, il/la Dirigente Scolastico/a di quella Istituzione dovesse intervenire con determinazione per accertare i fatti ed assumere i provvedimenti del caso, così come la Responsabile dell’Ambito Territoriale Provinciale dell’Amministrazione scolastica. Apprendiamo oggi che il Ministero e l’USR abbiano avviato una ispezione per fare piena luce su tutto quanto sia effettivamente accaduto. Ci auguriamo che così possa emergere la verità e si possano conoscere eventuali responsabilità. Con ogni probabilità, se fosse rimasta “cosa cosentina” anche questa brutta vicenda sarebbe stata occultata da quel “porto delle nebbie” che caratterizza le scuole della nostra provincia, dove regna un silenzio tombale operato dall’Amministrazione scolastica con il silenzio tacito delle Organizzazioni Sindacali provinciali “maggiormente rappresentative”. Le quali, più che operare denunce quando necessario, scelgono di gestire spazi di concertazione e godere relazioni privilegiate con l’Amministrazione e con i Dirigenti scolastici.
Al ragazzino e alla sua famiglia va naturalmente tutta la solidale vicinanza dell’USB Scuola di Cosenza: siamo convinti della necessità e dell’urgenza che ognuno metta in atto tutte le pratiche adeguate affinché la Scuola italiana ritorni ad essere la Scuola dei diritti uguali per tutte e per tutti, la Scuola della Costituzione. Noi proviamo, per quanto di nostra competenza, a farlo.