Home Attualità Vaccino anti-Covid, dosi contate ma non per i “furbetti”

Vaccino anti-Covid, dosi contate ma non per i “furbetti” [IL PUNTO]

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Crescono le polemiche sulle vaccinazioni anti Covid prodotto da AstraZeneca e destinato al personale della scuola. Perché se è vero che docenti, Ata, presidi e Dsga sono stati giustamente collocati tra le categorie con priorità di somministrazione (dopo il personale sanitario e gli 80enni), è anche vero che si allunga di giorno in giorno la lista degli esclusi. A rimanere in attesa sono non solo gli over 65, i non residenti, chi ha patologie e i tirocinanti su sostegno, ma anche altre tipologie di dipendenti.

Assistenti a rischio salute, ma sono fuori

Luca Cangemi, responsabile nazionale Scuola del PCI, lamenta l’esclusione degli assistenti degli alunni con disabilità: sostiene che “è un fatto illogico e ingiusto” perché “queste operatrici e questi operatori per le specifiche caratteristiche del loro lavoro sono particolarmente esposti al contagio”.

“Sin dall’inizio dell’anno scolastico – continua Cangemi – abbiamo chiesto di fornire loro particolari dispositivi di protezione individuali, oggi rileviamo che l’esclusione di queste figure dalla vaccinazione rappresenta non solo un’ingiusta penalizzazione ma anche un clamoroso errore nel contrasto alla pandemia in ambiente scolastico. Tanto più che le nuove varianti del virus sembrano più diffuse tre le classi di età più giovani, cioè esattamente quelle con cui sono a contatto gli assistenti”.

Cangemi chiede quindi che la somministrazione del vaccino anti Covid venga garantita “agli assistenti, così come a tutte le figure che a vario titolo operano stabilmente nella scuola”.

Faraone (Italia Viva): e gli studenti fuori sede?

Rimane poi da risolvere il problema dei non residenti. Davide Faraone, presidente dei senatori di Italia Viva, in una interrogazione urgente ai ministri Speranza, Gelmini, Bianchi e Messa, parla di “discriminazione che penalizza i docenti che prestano servizio fuori dalla propria regione di residenza”.

“Il problema menzionato si estende anche alla categoria degli studenti universitari fuori sede: la macchinosità dell’attuale procedura di assegnazione del medico di base per i fuorisede, nonché le difficoltà logistiche che dovrebbero affrontare se dovessero affrontare il viaggio di ritorno qualora la vaccinazione potesse essere effettuata nella regione di residenza, rischierebbero di minare il raggiungimento di una campagna vaccinale inclusiva e capillare”.

Secondo Faraone “non è possibile trascurare in questa fase la delicata condizione degli anziani, trasferiti presso le abitazioni dei figli per esigenze di assistenza, che pur essendo residenti in altre Regioni, costituiscono tuttavia una categoria ad alto rischio e necessitano di essere anch’essi vaccinati in concomitanza con i propri familiari conviventi”.

Personale all’estero escluso

Ma tra gli esclusi dalle vaccinazioni c’è pure tutto il personale impegnato all’estero.

L’Anief ha fatto sapere che qualche settimana fa ha inviato una lettera al ministro degli Affari Esteri e al Dirigente dell’Ufficio V Dgsp Maeci, ma sostiene di essere ancora in attesa della risposta e ribadisce l’urgenza di procedere con la vaccinazione e attende il parere delle istituzioni affinché si possa procedere al più presto.

D’Aprile (Uil): il Ministero chiuda le scuole

Se la vaccinazione è prioritaria, allora si chiudano pure le scuole per permetterne lo svolgimento il prima possibile, sostiene Giuseppe D’Aprile, segretario nazionale Uil Scuola.

“Ci sono scelte da fare mentre, ancora una volta, la responsabilità di misure che attengono all’Amministrazione viene scaricata sui dirigenti scolastici. Spetta al Ministero la decisione di chiudere gli istituti in relazione alla programmazione del piano vaccinale anti-Covid previsto dalle Regioni per il personale in servizio”, ha detto il sindacalista.

Un diritto della persona, ha continuato, non può essere legato “ai provvedimenti dei dirigenti scolastici che, non riuscendo a garantire il regolare svolgimento delle lezioni, con determinazione e senso di responsabilità verso la comunità educante, in presenza di un cospicuo numero di docenti in quarantena e di una richiesta pressante di vaccinazione del personale, hanno sospeso le attività didattiche”.

In Sicilia poco interesse tra i prof

Nel frattempo, dalla Sicilia sembrerebbe tiepida la risposta per le vaccinazioni. “Guardo con sfiducia il dato così basso in Sicilia dell’iscrizione del personale della scuola e dei docenti, visto che siamo fermi a settantamila”, ha detto l’assessore alla Salute della Regione Siciliana, Ruggero Razza. Da Catania, a margine di un incontro, Razza ha lanciato un “appello alle famiglie, oltre che ai professori: chiedano di sapere se i loro docenti hanno prenotato la vaccinazione”.

Si dimette il sindaco di Corleone

Ma c’è anche chi sembra che avrebbe forzato la mano per vaccinarsi: sono i cosiddetti ‘furbetti del vaccino’, che avrebbero approfittato del loro ruolo ai vertici politici locali per anticipare la somministrazione per l’intero loro entourage.

Tra gli accusati figura Nicolò Nicolosi, sindaco di Corleone, in provincia di Palermo: dopo avere confermato di avere ricevuto la prima dose di vaccino l’8 gennaio e la dose di richiamo il 31 gennaio, il primo cittadino si è dimesso.

La decisione è arrivata dopo che il Nas dei carabinieri ha presentato una informativa alla procura di Termini Imerese sul fatto che sindaco e giunta si erano fatti vaccinare contro il covid19 . Il sindaco ha convocato la giunta e quindi presentato le dimissioni.

Tanti non avrebbero atteso il loro turno

“Ricordo che c’è un grande siciliano che ha detto, molte settimane fa, che avrebbe atteso il suo turno. Questo grande siciliano si chiama Sergio Mattarella. Io non penso che ci sia qualcuno che possa avere maggiore titolo del Presidente della Repubblica e che quindi possa permettersi un atteggiamento diverso da quello che lui ha tenuto”, ha commentato lo stesso assessore alla Salute della Regione Siciliana, Ruggero Razza.

La Procura di Palermo e la Procura di Termini Imerese stanno indagando sul caso. Ma il caso non potrebbe essere isolato. Sotto la lente di ingrandimento dei carabinieri – scrive l’Ansa – sono finiti i centri di vaccinazione di Petralia Sottana, il Giglio di Cefalù, Villa delle Ginestre, Policlinico, Fiera del Mediterraneo e Civico di Palermo. Oltre che di Corleone.

Tra i casi sospetti segnalati ci sono diversi amministratori locali, un ex magistrato, un alto prelato ed esponenti delle forze dell’ordine a cui il vaccino sarebbe stato somministrato prima che rientrassero tra le categorie autorizzate.