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Valditara: qualche soldo in più dopo nove anni di buoni risultati al 5% dei docenti? Meglio formarli a livello psicologico e pedagogico

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Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha rilasciato un’intervista al quotidiano Italia Oggi parlando in modo approfondito dei temi caldi relativi alla scuola, a pochi giorni dalla firma della parte economica del contratto scuola.

L’entusiasmo per il rinnovo del contratto scuola

Proprio il contratto non è potuto che essere il tema prioritario dell’intervista. Valditara ha commentato le critiche che hanno raggiunto il dicastero di Viale Trastevere, secondo cui l’aumento, abbastanza ridotto, delle buste paga dei docenti non basta proprio a allineare i loro stipendi alla media europea: “La grande sfida che abbiamo di fronte è la valorizzazione della figura del docente. Nel libro che ho scritto con Alessandro Amadori, ‘È l’Italia che vogliamo’, ricordo che il più grande uomo di Stato romano, Ottaviano Augusto, aveva una particolare considerazione anzitutto di due figure professionali: il medico e l’insegnante. Entrambe si prendono cura della persona. È dunque evidente che bisogna ricavarne le conseguenze in termini di promozione sociale e di gratificazione economica. Con la chiusura del contratto, attesa da quattro anni, abbiamo dato un primo decisivo segnale, sia di metodo che di merito. Primi passi, certo, ma specie se consideriamo il contesto macroeconomico difficilissimo segnato dalla crisi energetica, la svolta rispetto al passato mi pare netta”, ha detto il ministro, che ribadisce di essere stato protagonista e fautore di un grosso cambiamento rispetto a chi lo ha preceduto.

Ecco come, secondo quanto afferma il leghista, si è riusciti a raggiungere un accordo con i sindacati in tempi strettissimi dal suo insediamento: “Innanzitutto c’è stato un importante cambio di clima e di rapporti. Abbiamo avviato con i sindacati un dialogo molto costruttivo nell’interesse della scuola italiana. Ciò che poi ha contribuito al rapido sblocco delle trattative sono state alcune proposte nuove che abbiamo fatto ai sindacati e che sono tutte contenute nella dichiarazione congiunta e nell’Accordo per la anticipazione della parte economica: lo ‘stralcio’ degli aumenti pregressi fino al 31 dicembre 2022, cioè della parte economica, il che consentirà il pagamento per Natale degli arretrati, senza attendere i mesi canonici dalla firma del complessivo contratto, che ci avrebbe portati a giugno 2023; e poi, come lei ricordava, i 100 milioni aggiuntivi che hanno consentito di raggiungere quota 100 euro mensili di aumento medio; non ultimo, l’impegno a reperire comunque i 300 milioni necessari a portare stabilmente l’aumento contrattuale a quasi 120 euro al mese. È complessivamente l’accordo più favorevole di tutti gli ultimi rinnovi contrattuali”, ha affermato entusiasta del risultato.

Valditara ha negato di aver ricevuto pressioni dalla Ragioneria dello Stato: “No, così come non c’è mai stato sul tavolo l’ipotesi di un atto unilaterale per distribuire i fondi. Sarebbe stato contrario a questo nuovo approccio basato sul dialogo. Voler dare risposte immediate alla scuola è stata una precisa scelta politica”.

Differenziazione salariale in base al merito per i docenti?

Il ministro ha commentato l’emergere della nuova figura del docente stabilmente incentivato (ex docente esperto) e di una possibile migliore retribuzione in base ai risultati raggiunti voluta dall’Ue: “Francamente, dare qualche soldo in più dopo 9 anni di buoni risultati formativi a non oltre, a regime, il 5% dei docenti non credo produca grandi risultati. Mi pare più una riforma velleitaria per dire all’Europa che in qualche modo si è differenziato e premiato il merito. Ma il merito dei docenti, se mi concede il gioco di parole, è anzitutto quello di far emergere il merito dei ragazzi”.

Ecco l’idea di Valditara, che pensa a puntare più sulla formazione degli insegnanti, e a docenti esperti che si occupino, più che altro, di combattere i fenomeni di disagio giovanile e di dispersione scolastica: “Il nostro sistema scolastico deve porsi come assoluta priorità quella di favorire l’emersione dei talenti di ciascuno, quindi penso piuttosto a docenti specificamente formati anche sotto il profilo pedagogico e psicologico che supportino il ragazzo, lo aiutino se ha difficoltà particolari ad affrontarle o se ha talenti particolari a svilupparli. Penso anche a una task force di docenti esperti che sostengano gli studenti nel periodo estivo o nel pomeriggio, quando rischiassero di essere abbandonati a loro stessi: la Grande Alleanza che ho in mente fra docenti, ragazzi, famiglie e territorio non vive solo nell’orario strettamente scolastico, è piuttosto un modo di ripensare la società. Dobbiamo disegnare un sistema in cui formazione dei docenti e didattica sempre più personalizzata vadano a braccetto”.

Fondi consistenti del Pnrr per l’edilizia

Il ministro ha anche detto la sua a proposito dei problemi relativi ai fondi consistenti del Pnrr per l’edilizia che rischiano di restare inutilizzati per i ritardi con cui sono stati attribuiti agli enti locali: “Siamo ben consapevoli della situazione in cui si trovano gli enti locali e del termine del 31 marzo. Ci siamo subito attivati con il ministero dell’economia per negoziate una proroga del termine nell’ambito delle milestones del Pnrr. Sono certo che riusciremo a trovare una soluzione, sommando la proroga consentita con gli indispensabili provvedimenti di semplificazione e velocizzazione che rendano più rapide le procedure, sempre nel rispetto dei principi del diritto europeo”.

E, infine, ecco le parole di Valditara sulla questione dei numerosissimi adempimenti burocratici di cui sono oberate le segreterie scolastiche, tema su cui ci siamo spesso concentrati: Ho appena istituito una commissione di esperti per una radicale semplificazione delle procedure. Voglio liberare docenti, dirigenti scolastici, personale amministrativo dai lacci della burocrazia. Intendo agire su tre fronti: quello legislativo, quello regolamentare e quello procedimentale. I primi aspetti saranno proprio, tra gli altri, quelli relativi alla gestione delle supplenze, alla semplificazione degli acquisti, soprattutto quelli di minor valore, ed al fascicolo del docente. Come in altri settori si rivendica la necessità di uno Stato amico, penso ad esempio ad un Fisco non più arcigno, anche la Scuola deve diventare una Scuola “amica”, cioè vicina ai cittadini e che sappia motivare chi ci lavora. E una Scuola “amica” è anzitutto una scuola sburocratizzata”, ha concluso il ministro, che sembra volersi attivare contro la burocrazia asfissiante che ormai soffoca le scuole di tutto il Paese.