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Via carta e penna dalla scuola? Danno garantito per gli alunni. Scienza e Valditara sono d’accordo

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Tante volte abbiamo sentito parlare del digitale e del web che presto cancelleranno il testo scritto e il libro. Le cose però non stanno così: il valore di ‘carta e penna’ rimane infatti imprescindibile. La conferma è arrivata anche dal convegno organizzato dalla Fondazione Luigi Einaudi, svolto il 18 luglio nella Sala Zuccari del Senato. Come abbiamo già avuto modo di scrivere, le principali ricerche internazionali sull’argomento indicano che “eliminare carta e penna dal sistema scolastico danneggerebbe le capacità cognitive dei giovani“.

Secondo il segretario generale della Fondazione Luigi Einaudi, Andrea Cangini, “cuore del pensiero einaudiano è la centralità della persona: la politica deve limitarsi a creare le condizioni affinché ciascuna persona possa sviluppare al massimo le proprie potenzialità – ha detto Cangini – Far sparire carta e penna dall’orizzonte umano e soprattutto dal perimetro dell’Istruzione significherebbe comprimere le potenzialità dell’individuo”.

“La nostra ricerca – ha continuato Cangini – dimostra inequivocabilmente che la scrittura a mano e la lettura su carta stimolano il cervello e mettono in moto meccanismi neurologici che gli strumenti digitali non sollecitano: farne a meno significherebbe arrecare un danno irreparabile a ciascun singolo individuo, e dunque alla società nel suo complesso’”.

Il Rapporto, promosso da Comieco e Federazione Carta e Grafica, mette in luce inoltre gli aspetti di sostenibilità di due diversi prodotti editoriali: e-book e libri cartacei.

Anche il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara è d’accordo sul fatto che “la rete non può né deve spazzare via la carta e la penna perché la lettura su carta e scrittura a mano sono insostituibili. L’apprendimento attraverso i libri non è rimuovibile dal sistema dell’istruzione”.
“La conoscenza, soprattutto nei primi anni di vita, passa attraverso la sollecitazione di tutti e cinque i sensi – ha aggiunto il numero uno del Mim – sollecitare solo la vista, come avviene con il digitale, impedirebbe lo sviluppo armonico e completo della persona. Il digitale non è rinunciabile, ma va governato. Alla logica dell’aut-aut preferisco la logica dell’et-et: valorizzare al massimo entrambe le opportunità”.

Inoltre, da un sondaggio di Euromedia Research – presentato dalla direttrice Alessandra Ghisleri – è emerso che l’87,1% degli intervistati si dice d’accordo sull’idea di preservare e valorizzare nella scuola, soprattutto primaria, la lettura su carta e la scrittura a mano. Il 14,3% ritiene sia importante che un bambino, nel corso degli anni scolastici, impari prevalentemente a leggere e scrivere utilizzando strumenti digitali.

Al convegno hanno partecipato anche Maria Teresa Morasso, grafologa; Massimo Ammaniti, psicoanalista; Sergio Russo, insegnante; Martina Colasante, public policy manager di Google.