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Vincoli nella mobilità, dallo spontaneismo inconcludente alla mobilitazione e allo sciopero del 10 dicembre

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Mi hanno chiesto quali siano i tempi della vertenza dei docenti  vincolati, docenti neo immessi in ruolo dal 20/21, inamovibili dalla sede di immissione in ruolo per tre anni.

Parlo del livello politico non di quello sindacal-contrattuale.

Forse  solo adesso è  chiaro quanto andavo ripetendo mesi or sono  in articoli e  in dirette puntualmente disertate se non boicottate dagli stessi docenti vincolati che si attardavano invece e si attardano ancora  a ripetere sui  social  il mantra:  “no ai vincoli” , “no a un vincolo incostituzionale”, ” trasferimenti per tutti” e si  baloccavano  tra loro  con la fesseria della retroattività, dei bandi che qualche sprovveduto vincolato    va ancora ripetendo in dirette che sempre più stentatamente vengono seguite, come se tra i bandi di concorso a cattedra o tra quelli che prevedono la compilazione delle GAE e le procedure della mobilità  ci dovesse essere  una qualche relazione.

Il problema come dissi mesi fa e come molti finalmente hanno capito procede su due piani distinti , il piano politico/parlamentare  e quello sindacale/ contrattuale del rinnovo del contratto triennale integrativo 22/25 previsto per dicembre inizio gennaio.

E stando così  le cose, il piano politico è  ora  prioritario rispetto a quello contrattuale.

Va da sé  che permanendo la clausola dell’inderogabilita,  di cui al comma 17 novies dell’art 1 della 159/2021, il livello contrattuale nei commi del redigendo art 2 del nuovo CCNI, potrebbe introdurre al limite solo altre deroghe rispetto a quelle già  previste dal comma 17 octies dell’art.1 della 159.

Fuori dal discorso tecnico, se la politica non interviene subito nella legge di bilancio o in dispositivi normativi successivi ( ad esempio la  legge milleproroghe) , riaggiornando ex post  il CCNI 22/25, nel caso si firmi prima, la contrattazione può  fare  davvero poco ovvero può  solo agire parzialmente, malgrado quanto affermi  il segretario generale  della Uil Scuola RUA  Pino Turi, che cita  l’art. 2 comma 2 del Testo Unico 165/2001.

La contrattazione non può  modificare una Legge primaria, ma deve essere un’altra legge a modificarla, questo ormai sembra essere finalmente chiaro a tutti e la necessità  di modificare una Legge ingiusta e  dannosa si sta diffondendo finalmente tra le forze politiche.

Inoltre come SBC siamo riusciti in un altro obiettivo, far chiarezza sulla differenza tra la vertenza degli immobilizzati e quella dei vincolati.

Tanto premesso non voglio eludere la domanda circa i tempi della vertenza sui  vincoli nella mobilità.

A settembre ai docenti vincolati che mi chiedevano  tempi e modi  della mobilitazione io indicai ottobre e soprattutto  novembre come momento di mobilitazione, e a chi mi chiedeva altresì cosa fare, io  ho indicato la necessità  di scendere in piazza ogni settimana in tutt’Italia  per rendersi finalmente  visibili, ma questo è  accaduto putroppo con scarsi risultati e in poche città per incapacità dei vincolati di manifestare  e  di chi li ha gestito  la loro mobilitazione.

Suggerii altresì  di coinvolgere i parlamenti regionali e  in particolare gli assessori regionali per portare la problematica in commissione cultura della Conferenza Stato- Regione e in quella sede all’attenzione del Presidente del Cinsiglio Draghi e dei   Ministri Bianchi e Gelmini.

Oggi, e siamo a fine novembre ormai,  il problema si sposta al Parlamento Nazionale, anche perché  la sensibilità  dei partiti è  diversa rispetto a qualche mese fa , e dopo il Decreto sul PNRR,  dove emendamenti di Di  Giorgi e altri sono stati considerati irricevibili,  i riflettori si spostano sulla legge di bilancio 2022.

Scuola Bene Comune