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World’s Best School Prizes: nell’unica scuola italiana tra le dieci più innovative al mondo si fa lezione in un condominio

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Qualche settimana fa abbiamo annunciato che nella short list delle dieci scuole più innovative del World’s Best School Prizes, troviamo, unica italiana, la scuola ISIS Europa di Pomigliano d’Arco (NA) che negli anni, anche come scuola polo del movimento Avanguardie Educative si è caratterizzata per la capacità di rivitalizzare le comunità attraverso un’istruzione pratica e innovativa.

Nella scuola al momento ci sono i doppi turni

La Repubblica ha raccolto le voci degli studenti e del personale della scuola. I primi hanno espresso la loro gioia e la loro incredulità di frequentare una scuola di provincia che è considerata ufficialmente tra le più innovative al mondo. “Siamo in un territorio di grande povertà educativa, culturale, difficoltà economiche di vario genere. Gli studenti sono perlopiù figli di operai”, ha detto la dirigente scolastica.

La cosa curiosa? La scuola al momento si trova praticamente in un condominio. “Ci troviamo in uno stabile ad uso civile. Non si tratta di un edificio che dovrebbe essere adibito a scuola. Il sindaco ci ha aiutati e da settembre ci dovremmo trasferire in una scuola, anche se non tutti. Al momento siamo costretti a fare i doppi turni. La scuola deve la sua nascita a una collega e alla vicinanza con la sede dell’Indire, che ha voluto fortemente che questa scuola divenisse d’avanguardia”, ha spiegato la dirigente.

Una docente: “Qui non stiamo in cattedra ma tra i ragazzi”

In questa scuola l’apprendimento supera il classico studio sui libri e la didattica frontale “Quando si fa questo tipo di attività non ci si siede dietro una cattedra. Noi siamo seduti con i ragazzi”, ha detto una docente. “Quando ti assegnano pagine da studiare a casa spesso non si ha voglia. Con qualcosa di interattivo, con il computer, anche la persona con meno voglia di studiare al mondo si mette a capire, vuole imparare”, ha detto uno studente.

“Il premio di 250mila euro? Per noi, una scuola che non ha fondi, significherebbe tanto, anche per costruire qualcosa per il territorio. Incrociamo le dita”, ha concluso la preside.