Home Didattica Scuola d’estate? Costarelli (Anp): solo su base volontaria e con retribuzione aggiuntiva

Scuola d’estate? Costarelli (Anp): solo su base volontaria e con retribuzione aggiuntiva

CONDIVIDI

Scuola d’estate? “Non c’è ancora nulla di concreto, non ci sono ordinanze, ma solo dichiarazioni di intenti. Il recupero delle competenze peraltro non è una novità, c’è sempre stato nelle scuole. Ma oggi si parla di una serie molto ampia di attività: dalla socialità allo sport, alla didattica. E qui a noi serve che si mettano le cose in chiaro: cosa dobbiamo fare dal punto di vista didattico?”

A pretendere chiarezza, Cristina Costarellivice presidente Anp Lazio, durante la diretta di Tecnica della Scuola Live del 20 aprile.

“La didattica – ha continuato Cristina Costarelli – va distinta dall’aspetto di socializzazione e dal momento ricreativo anche perché sono attività che vanno seguite da personale diverso. Ovviamente la parte socializzativa o ricreativa dovrà essere gestita dalle associazioni esterne, non dai docenti dell’istituto. Abbiamo anche difficoltà di ordine edilizio, perché abbiamo scuole non vivibili in estate. Insomma, siamo ancora in alto mare per dei tempi che sono peraltro molto stretti”.

Inoltre, la dirigente precisa alcuni punti relativi all’aspetto contrattuale legato alla scuola d’estate: “L’obbligatorietà per i docenti e il personale in generale è esclusa dal contratto. Il recupero estivo sarà fatto su base volontaria e sulla base di una retribuzione aggiuntiva. Oltretutto va considerato che i docenti sono molto provati dall’anno scolastico in corso.”

ISCRIVITI al nostro canale Youtube

METTI MI PIACE alla nostra pagina Facebook

Decreto Sostegni

Sul Decreto Sostegni Cristina Costarelli fa il punto della situazione rispetto a quanto avvenuto nella propria scuola, e chiarisce: “Quelli del Decreto Sostegni sono fondi vincolati, hanno già una destinazione di spesa. Questi in particolare sono per i dispositivi di protezione e disinfezione e per lo psicologo scolastico. Ma 18 mila euro sono molto pochi. Quello che viene da pensare è che la scuola ha bisogno di ben altre cifre per fare interventi che abbiano senso. La partita dei locali scolastici e degli edifici, ad esempio, è completamente ferma”.

LEGGI ANCHE