Home Attualità Africa, temperature sfiorano i 45 gradi. Didattica sospesa

Africa, temperature sfiorano i 45 gradi. Didattica sospesa

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Il continente africano vede una profonda e storica crisi migratoria, scaturita dall’usurpazione e prelievo forzato di risorse e da una situazione politica instabile. Il fallimento umanitario, dichiarano gli osservatori internazionali, è evidente e tragico. Un livello di analfabetismo elevato nelle aree pluviali del Centro Africa – il quale interessa gli uomini al 60 % e le donne al 75 % – e l’assenza di supporto didattico reale tra i primi elementi. Seguono una mancata digitalizzazione, la presenza di un medico ogni 25.000 abitanti e un’aspettativa di vita ridotta (coerente con l’Indice di Sviluppo Umano, che prevede un calo del PIL che grava dell’ – 1,8 % anno/pro capite). Le elevate temperature inoltre impediscono lo svolgimento di pratiche agricole con il conseguente impoverimento di quel tessuto economico che ha fatto dell’economia di scambio, di prossimità e di sussistenza il proprio riferimento di sopravvivenza. La didattica, nei pochi ed inadeguati edifici pubblici, è sospesa per via del caldo atroce. Gli studenti non hanno oramai luoghi di riferimento e non riescono ad apprendere in maniera continua.

Sud Sudan: il caldo asciuga uno stato a riconoscimento limitato 

I ministeri della sanità e dell’istruzione hanno consigliato ai genitori di tenere tutti i bambini in casa poiché si prevede che le temperature saliranno fino a 45°C. Hanno avvertito che a qualsiasi scuola trovata aperta durante il periodo di avviso verrà ritirata la registrazione ed abilitazione per attività didattiche, ma la dichiarazione rilasciata sabato sera non specifica per quanto tempo le scuole rimarranno chiuse. I ministeri hanno affermato che “continueranno a monitorare la situazione e a informare il pubblico di conseguenza”. Molti cittadini che vivono nella capitale Juba ha accolto con favore la decisione. Ha detto che le scuole dovrebbero essere collegate alla rete elettrica per consentire l’installazione di condizionatori d’aria. Il Sud Sudan, una delle nazioni più giovani del mondo, è particolarmente vulnerabile alla crisi climatica con ondate di caldo comuni ma che raramente superano i 40°C . Il conflitto civile ha afflitto il paese dell’Africa orientale, che soffre anche di siccità e inondazioni, rendendo difficili le condizioni di vita. Il Programma alimentare mondiale, nel suo ultimo briefing sul paese, ha affermato che il Sud Sudan “continua ad affrontare una terribile crisi umanitaria” a causa della violenza, dell’instabilità economica, del cambiamento climatico e dell’afflusso di persone in fuga dal conflitto nel vicino Sudan. Ha inoltre affermato che a gennaio 818.000 persone vulnerabili hanno ricevuto cibo e somme di denaro per il sostentamento in contanti.

E in Italia?

Le temperature invernali sempre più miti e le estati sempre più afose rischiano di compromettere la lunghezza e l’integrità del calendario scolastico del Belpaese. L’assenza di strutture resistenti – e resilienti – alle ondate di calore sempre più severe impedisce lo svolgimento delle attività didattiche prima della seconda settimana di settembre ed oltre la terza di giugno di ogni anno. Mancano cappotti termici, impianti di condizionamento e di deumidificazione nelle aree più afose. Gli edifici scolastici in Italia hanno un’età media di 52 anni e in gran parte non sono più adeguati alle esigenze del futuro prossimo. Da tre diversi punti di vista: della sicurezza e della sostenibilità, ma anche come spazi per una buona e innovativa didattica pari passo con l’innovazione tecnologica. Secondo una recente analisi, sono 2.480 gli edifici scolastici realizzati prima del 1900, mentre la maggior parte risale agli anni 60, 70 e 80. Oltre l’85 % di questi non dispone di condizionatori o deumidificatori, rendendo dunque impossibile lo svolgimento delle attività didattiche nel periodo estivo.