Home Attualità Cambiamento climatico, Alessandro Gassmann: “Introdurre una materia specifica a scuola, come ecoistruzione”

Cambiamento climatico, Alessandro Gassmann: “Introdurre una materia specifica a scuola, come ecoistruzione”

CONDIVIDI

In questi giorni, dopo i disastri legati al cambiamento climatico in Lombardia e in Sicilia, la questione del cambiamento climatico è più attuale che mai. A parlarne è stato l’attore Alessandro Gassmann, che in un’intervista a La Stampa ha parlato anche di scuola.

“Troppa disinformazione in Italia”

“Molti scienziati ci avvertono da tempo ma purtroppo nel nostro Paese c’è molta disinformazione sul tema. Nei social l’opinione del premio Nobel conta quanto quella del primo arrivato che ha più followers. Ogni giorno assistiamo a dichiarazioni erronee da parte di politici. Non capisco se le dicano per interesse o per ignoranza”, ha esordito il figlio di Vittorio Gassmann.

L’attore e attivista ha parlato del caso della ragazza che ha emesso un grido di allarme parlando di “ecoansia” in lacrime davanti al ministro dell’ambiente Pichetto Fratin, che ha pianto insieme a lei: “Mi ha fatto simpatia. Il problema è che il giorno prima aveva detto di non sapere se i fenomeni siano o meno causati dall’attività umana. Lui dovrebbe saperlo e dovrebbe spingere per un cambiamento il più rapidamente possibile. Questo Governo, come quello precedente, non ha fatto niente. Serve gente nuova, che non abbia ancora sbagliato. Io ad esempio, che sono benestante, vorrei pagare una patrimoniale, vorrei che un partito di sinistra la proponesse”.

“Ultima Generazione? Se avessi 20 anni sarei uno di loro”

Ed ecco cosa dovrebbe fare la scuola a suo avviso: “Sono convinto che servirebbe introdurre una materia specifica a scuola, qualcosa tipo “ecoistruzione”, dedicata alla sostenibilità. Ecoansia? Sembra un fenomeno molto diffuso tra i ragazzi, ma sbagliamo a dare un nome a qualunque cosa. Sono ragazzi preoccupati per il futuro del loro pianeta”.

Infine Gassmann ha parlato del fenomeno Ultima Generazione: “Se avessi 20 anni sarei uno di quelli che protestano buttando vernice sui monumenti, anche se lo sconsiglio, è controproducente. Rischiano di passare per ragazzi viziati e non se lo meritano perché invece hanno ragione”, ha concluso.