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Cgil-Flc, no alla chiamata diretta dei docenti

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Domenico Pantaleo, il segretario generale della Flc-Cgil, ritorna sulla delicata e controversa questione della chiamata diretta dei docenti da parte di presidi:

“Non fa parte dell’accordo politico e tantomeno della trattativa, invece, la chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici. Fin dall’inizio, questa ipotesi è stata radicalmente rigettata da tutti i sindacati e in nessuna parte dell’accordo compare un qualsiasi riferimento alla chiamata diretta. Al contrario, si afferma l’impegno di definire contrattualmente criteri oggettivi nell’assegnazione dei docenti alle scuole. Il tavolo contrattuale, da cui nessuna organizzazione sindacale si è finora ritirata, sta perseguendo un importante obiettivo di uguaglianza: consentire a tutto il personale di ruolo di potersi muovere, secondo preferenza, da una scuola all’altra mantenendo la titolarità su sede (all’interno del Comune e all’interno della Provincia) e da un territorio all’altro (Provincia o ambito) nell’intero Paese, senza vincoli temporali, superando le rigidità della legge 107/15”.

 

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“Questi sono gli impegni finora sottoscritti dalle parti con l’eccezione della Gilda che comunque continua ad essere presente al tavolo negoziale – continua Pantaleo–. Il testo del contratto collettivo nazionale integrativo sarà oggetto di un accurato confronto su ogni disposizione e non vedrà la nostra firma definitiva se non in piena applicazione degli accordi presi e previa consultazione vincolante della categoria. Dell’accordo fa parte anche il rinvio a una specifica sequenza contrattuale, da definire entro 30 giorni dalla sottoscrizione del contratto, che regolerà modalità e criteri di assegnazione dei docenti, che nel movimento non hanno la titolarità di scuola. Criteri e modalità per la Flc debbono portare alla formulazione di una graduatoria per titoli, evitando qualsiasi discrezionalità da parte del dirigente scolastico”.