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ChatGpt e intelligenza artificiale, Valditara: “può essere utile, ma i docenti non si possono sostituire”

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Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, è intervenuto al ciclo di incontri “Italia 2023: Persone, Lavoro, Impresa” e ha parlato di formazione, lavoro, scuola e studenti.

Il ministro ha rilasciato delle dichiarazioni anche sull’ intelligenza artificiale, affermando: “Non dobbiamo averne paura, ma dobbiamo governarla. Sappiamo bene che cambierà la nostra società. Non possiamo tenerla fuori dalle scuole, significherebbe non formare i ragazzi al futuro. D’altro canto può rappresentare un rischio, soprattutto se non si formano i docenti a usarla. ChatGpt può essere utile ma può dare anche risultati paradossali se non viene intelligentemente impiegata”.

E continua: “La scuola è innanzitutto formazione della persona, l’umanizzazione della didattica è imprescindibile. Il docente dovrebbe capire le potenzialità di questi strumenti, che però non possono sostituire i docenti”.

ChatGpt, il giornalista Nicoletti: “I docenti potrebbero non più correggere compiti, ma cercarvi tracce dell’intelligenza artificiale”

A tal riguardo, grande polemica aveva scatenato un commento del giornalista Nicoletti, che aveva sottolineato quanto la direzione presa dal ministero dell’Istruzione e del Merito fosse praticamente opposta alla modernità: “La scuola italiana deve accettare che il mondo stia cambiando. Gli studenti italiani hanno scoperto ChatGPT, infischiandosene del merito e forse anche di essere istruiti. È un bel problema per chi pensi ancora di impegnarsi in battaglie di ripristino delle regole, come il sequestro degli smartphone o la messa all’indice delle parole straniere”.

Secondo Nicoletti i docenti dovrebbero adattarsi ai cambiamenti: “Mentre si cerca il paradiso perduto della didattica perfetta, il vero lavoro dell’insegnante potrebbe non essere più quello di correggere un compito, quanto piuttosto quello di cercare tracce dell’intelligenza artificiale che lo ha scritto o elaborato al posto dello studente. La soluzione non potrà certo essere, ancora una volta, quella di bloccare, impedire, inibire. Nemmeno è possibile continuare a considerare ogni messa a repentaglio di routine scolastiche centenarie una rivoluzione da soffocare. I professori dovrebbero saper fare di ChatGPT argomento delle loro lezioni”, ha concluso.