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Concorso dirigenti 2017: l’emendamento-sanatoria potrebbe aprire la strada a nuovi ricorsi; i vincitori si sentono sviliti

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La decisione del Parlamento di inserire nel “decreto Milleproroghe” una disposizione per consentire ai ricorrenti contro l’esito del concorso per DS 2017  sta suscitando molte perplessità e qualche protesta.

Nelle ultime ore sta intervento anche un gruppo di vincitori del concorso con una lettera inviata al Ministro dell’Istruzione e del Merito e allo stesso Presidente della Repubblica.
I firmatari della lettera propongono innanzitutto una ricostruzione della vicenda ricordando che il concorso “venne parzialmente annullato, in un primo momento, dal Tar del Lazio (2019) per la presunta incompatibilità di tre commissari”.

“Il concorso – si legge nella lettera firmata a nome di tutto il gruppo dalla Antonella Mongiardo dirigente scolastica in Calabria – è stato fin da subito travolto da una pretestuosa e disgustosa campagna mediatica diffamatoria, avente quale unica finalità quella di consentire ad alcuni candidati di riuscire ad ottenere, nonostante la valutazione negativa delle prove, l’idoneità alla dirigenza scolastica”.

“Fin da quando è partita la macchina concorsuale – proseguono i vincitori di concorso – su giornali e social si è letto di tutto contro il ministero e contro coloro che, via via, superavano le varie selezioni. Alcune testate nazionali hanno manifestato un interessamento senza precedenti verso le ‘ingiustizie’ subite dai non ammessi, facendo continue allusioni a presunte irregolarità, che hanno ripetuto per mesi come un mantra, come a voler fare al lettore il lavaggio del cervello. Si è arrivati a fare inchieste ‘sensazionali’, attingendo addirittura dai forum anonimi di internet, come fonti di informazioni. Da questi forum è stato copiato e incollato di tutto. E così, pronostici sugli esiti delle prove (puntualmente disattesi, poi, dai fatti) sono diventati per i giornali ‘fughe’ di notizie; le lagnanze di candidati bocciati sono diventate ‘testimonianze’ di cattiva gestione del concorso”.
“Le lagnanze – ammettono – sono legittime, per carità, come legittimi sono i ricorsi, se chi ricorre ritiene davvero di essere stato leso. Ma, proprio su questo punto, vorremmo esprimere qualche dubbio, altrettanto legittimo, sulla pretestuosità di certe censure”.

“C’è però qualcosa che non torna nelle polemiche dei candidati risultati non idonei alle prove scritte – proseguono – Infatti, prima della pubblicazione dell’elenco degli ammessi agli orali, molti concorrenti lamentavano nei forum differenti problematiche: computer obsoleti che avevano funzionato male, tastiere rumorose che avevano impedito la concentrazione, falle nel sistema informatico che non aveva salvato, violazione dell’anonimato, eccessive difficoltà nei test di inglese, tempi troppo ristretti per poter sviluppare le tematiche proposte, disparità di trattamento con i colleghi di lingua, (che avrebbero avuto un vantaggio oggettivo sugli altri); lagnanze a cui si aggiungerà, in seguito, anche quella sul presunto vantaggio dei concorrenti sardi, e chi più ne ha più ne metta. Una lunga serie di critiche sulla modalità di svolgimento della prova scritta, che avrebbe impedito a molti candidati di esprimere al meglio la loro preparazione. Tutto questo fino alla pubblicazione del famoso listone”.

Sta di fatto il Consiglio di Stato, in fase di appello, ha smontato tutte le censure dei ricorrenti e a questo punto i ricorrenti hanno iniziato a rivolgersi alla politica per chiedere una vera e propria sanatoria.
“Noi vincitori (veri) di concorso – scrivono ancora i dirigenti del Gruppo – ci sentiamo sviliti da una iniziativa politica che, di fatto, mortifica il ruolo e il lavoro del Dirigente Scolastico, ‘sanando’ incomprensibilmente un gruppo di candidati che si sono valutati da soli decidendo che le loro prove erano valide e accusando di incompetenza commissioni formate da funzionari Miur, docenti universitari e dirigenti scolastici”.

Ma il Gruppo conclude con una osservazione che – alla fine – potrebbe rappresentare il “tallone d’Achille” della norma approvata dalla Commissione Bilancio del Senato: “Se, poi, la politica vuole compiere un’operazione a vantaggio del Paese e delle scuole bisognose di presidi, come mai- ci chiediamo-  si preoccupa di ripescare i bocciati e non già i vincitori di questo concorso che, avendo superato tutte le prove, sono stati depennati sol perché non hanno potuto trasferirsi in altra regione?”
E aggiungiamo: perché “ripescare” solamente i ricorrenti e non tutti coloro che si trovano nelle medesime condizioni, e cioè tutti coloro che non hanno superato le prove?
La sensazione è che con l’emendamento approvato in questi giorni per questa ingarbugliata vicenda ci si avvii non alla conclusione ma ad una nuova ondata di ricorsi, con tutte le conseguenze del caso.