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Concorso ds in Lombardia, sullo stop del Consiglio di Stato sindacati divisi

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Ancora una volta reagiscono con modalità e toni decisamente diversi i sindacati della scuola ad una decisione che, nell’interesse del personale scolastico che tutelano, meriterebbe probabilmente maggiore coesione. Al fine di giungere a soluzioni il più possibile condivise che abbiano così maggiori chance di essere accolte dall’amministrazione.
La decisione del Consiglio di Stato, tramite l’ordinanza n.03295/201 della VI sezione, di rigettare l’istanza cautelare che revocava la sentenza del Tar della Lombardia dopo la vicenda delle “buste trasparenti” utilizzate per contenere i dati dei partecipanti al concorso per dirigenti nella Lombardia, ha infatti determinato l’immediato stop alle procedure di assunzione dei vincitori della selezione. Confermando, di fatto, la sentenza di annullamento delle prove fino alla “trattazione nel merito della controversia” che si terrà nella “udienza pubblica del 20 novembre 2012”.
L’ennesimo colpo di scena sulla vicenda dovrebbe così avere il suo epilogo quando, a novembre, il Tar del Lazio esprimerà un giudizio su cui francamente al momento rimane difficile fare delle previsioni. Nel frattempo, tuttavia, il parere espresso da Consiglio di Stato fa tornare seri dubbi sulla validità di un concorso nato male e terminato peggio. Tanto che pure le organizzazioni sindacali, preoccupate per il destino dei lavoratori iscritti, prendono posizione. Anche se non tutte: i Confederali – Flc-Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola – sinora ad esempio sono rimasti in religioso silenzio.
Mentre a parlare è stato lo Snals-Confsal. A dire il vero Marco Paolo Nigi, il segretario del sindacato autonomo, è passato subito ai fatti. Chiedendo per iscritto direttamente “al Signor Ministro e all’intero Governo, visto il caso straordinario di necessità e di urgenza che si è verificato in Lombardia, di emanare un Decreto Legge che consenta il conferimento di incarichi di presidenza, anche eventualmente limitato all’anno scolastico 2012-2013, ai soggetti inclusi nella graduatoria di merito del concorso in oggetto pubblicata dall’USR Lombardia con Decreto n. 477 del 27 agosto 2012”.
L’Anp, l’Associazione nazionale dei dirigenti e delle alte professionalità della scuola, si rivolge, invece, “all’USR della Lombardia perché proceda all’immediata assunzione dei 355 vincitori all’indomani dell’auspicata sentenza di rigetto della precedente del TAR”. In caso contrario, secondo il sindacato dei dirigenti scolastici, con a capo Giorgio Rembado, sarebbe davvero concreto “il rischio che le istituzioni scolastiche lombarde collassino sotto il peso di oltre 500 reggenze”.
Confidando, sulla base di alcune aperture contenute nell’ordinanza [per es. «le buste contenenti i nominativi dei candidati hanno natura tale da rendere “astrattamente” leggibili i nominativi stessi»]”, l’Anp auspica quindi “che la sentenza di merito ripristini la validità della graduatoria dei vincitori”.
Di parere diametralmente opposto l’Anief, il sindacato degli educatori in formazione, secondo cui il concorso per assumere circa 2mila nuovi dirigenti scolastici è sempre più a rischio annullamento”. Secondo il suo presidente Marcello Pacifico “nel prossimo mese di novembre il tribunale amministrativo non potrà però fare altro che ordinare di rinnovare l’intera procedura concorsuale: in tal modo si potrebbe avere un numero maggiore di idonei da ricollocare nelle tante scuole rimaste senza dirigenza. A meno che non intervenga una soluzione politica proposta dal Parlamento, auspicabile, per porre rimedio alla cattiva gestione del concorso da parte dell’amministrazione“. In tal caso, prosegue Pacifico, “verrebbero tutelati da una parte gli idonei dirigenti nominati al termine delle prove, certamente meritevoli di aver superato l’intero percorso, dall’altra gli altri candidati ricorrenti a cui è stata preclusa la possibilità stessa di esser valutati per le competenze e le conoscenze specifiche sulla materia. Queste sono le due strade percorribili, ‘tertium non datur’”.
A rendere compatti i sindacati è quindi solo la descrizione dello scenario che aspettano circa 500 scuole lombarde: con i pensionamenti che scatteranno dal primo settembre, quasi tutte andranno in reggenza. Obbligando molti presidi già in servizio a dirigere contemporaneamente fino a quattro-cinque scuole. Mentre i vincitori di concorso torneranno dietro la cattedra. E davanti gli studenti.