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Crepet: “Un docente deve essere un provocatore. Chi ascolta trap diventa drogato”. Pioggia di meme sui social

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Lo psichiatra Paolo Crepet è stato ospite a In Altre Parole, il programma condotto dal giornalista Massimo Gramellini, in onda su La7 lo scorso 2 dicembre, ha parlato, come al solito, di società, di scuola e di violenza, alla luce dei recenti eventi di cronaca.

“Stiamo andando verso un mondo di impotenza. Quando non ci sono le parole ci sono i pugni. Perché un ragazzo a 14 anni ha i soldi per ubriacarsi fino a morire? Cosa gli manca?”, ha detto.

E, sull’ultimo Rapporto Censis: “Si parla di sonnambuli, un’espressione metaforica. Forse ci fa paura il tempo, il futuro, avere delle emozioni vere e non farlocche, che abbiamo nelle nostre tasche. C’è bisogno di qualcuno che dice basta. Il terzo Millennio non può essere così arido, senza parole”.

Crepet ha anche parlato del ruolo del docente: “Un docente è un provocatore. Non può adattarsi alla calma piatta. Se c’è un ragazzo che esce dal gruppo lo vai a prendere per la giacca”.

Musica trap, cattivo modello per i giovani?

Poi l’esperto ha riflettuto sull’influenza della musica trap sui giovanissimi: “Trap vuol dire droga”. Il cantante Frankie hi-nrg mc lo ha incalzato: “Questa è una sua deduzione, non è vero. Nessuno che ascolta la trap diventa assassino”.

“Non lo è, è slang inglese. Se vogliamo avere una visione buonista va benissimo. Chi ascolta la trap diventa un drogato, diventa uno che usa un certo tipo di psicofarmaci. No? Sono tutte persone che vanno in convento?”, ha concluso con sarcasmo.

Da qui l’ilarità social: in molti hanno iniziato a fare ironia su questa “equazione”, ricalcando le parole di Crepet. “Chi ascolta i Nirvana diventa Buddista”, “Chi ascolta Il Volo diventa pilota Ryanair”, “Chi ascolta Zucchero ingrassa”, questi solo alcuni dei commenti.

Annullato concerto di Emis Killa per un testo violento

Proprio in questi giorni sta facendo scalpore la decisione del sindaco di Ladispoli, cittadina laziale, di bloccare il concerto del rapper Emis Killa previsto per Capodanno. Il cantante avrebbe dovuto esibirsi con Guè. Il motivo? Una frase contenuta in un vecchio testo di una canzone di Killa, del 2016, “3 messaggi in segreteria“.

“Preferisco vederti morta che con un altro”, queste le parole incriminate. Le polemiche, come riporta Rolling Stone, sono nate in questi giorni e il cantante ha provato a difendersi dalle critiche dicendo che non si tratta di un inno al femminicidio, ma tutto il contrario. “Nel pezzo – dice – interpreto, invento, racconto fatti che purtroppo per quanto spiacevoli accadono. Non è Emiliano che parla e non penso nemmeno di dover dare troppe giustificazioni a chi non vuole capire. In un altro storytelling molto più recente interpreto Renato Vallanzasca, non so, volete accollarmi qualche anno di galera? Per farmi un’idea di me piuttosto dovreste parlare con le donne che fanno parte della mia vita, dalla mia famiglia alle amiche. Cercate i colpevoli tra i colpevoli, non tra chi è dalla vostra parte pur avendo un altro modo di affrontare le cose”.

Trapper sotto i riflettori

Quanto contribuisce la musica, e soprattutto i testi delle canzoni, nel plasmare l’universo identitario dei ragazzi? In tempi di frequenti episodi di violenza tra giovanissimi bisognerebbe riflettere sul messaggio che i personaggi famosi, tra cui cantanti e attori, trasmettono?

Qualcosa si è mosso a Castelfranco Veneto: qui, l’11 settembre, si sarebbe dovuto esibire il rapper milanese Niki Savage in vista dell’inizio della scuola, dedicata a ragazzi dai 14 ai 18 anni. Ma così non è stato: dopo le proteste da parte del mondo degli “adulti” il concerto è stato annullato. 

Di recente c’è chi punta il dito contro un certo tipo di musica, e soprattutto di testi delle canzoni: il trapLo ha fatto l’attrice Cristiana Capotondi: “Ma l’avete ascoltata la musica trap, di come viene trattata la donna nella musica trap? La ascoltano gli adolescenti. Di che ci sorprendiamo se un giovane di 22 anni considera una donna come un oggetto tale per cui ti tolgo la vita”, ha detto a In Altre Parole su La7.

Il 29 novembre è uscito l’attesissimo Spotify Wrapped, il riepilogo dell’anno della musica ascoltata da ogni utente fornito dalla piattaforma Spotify. In Italia, come riporta Il Corriere della Sera, il cantante di sesso maschile più ascoltato è, per il terzo anno consecutivo Sfera Ebbasta, davanti a GeolierLazzaShiva e Guè. 

Il dato è interessante, soprattutto alla luce del recente dibattito sulla musica rap e trap, che presenta spesso al pubblico, e si parla di giovanissimi, canzoni misogine, se non inni alla violenza di genere. Sfera Ebbasta, che ha pubblicato pochi giorni fa il suo album, da subito in vetta alle classifiche, è stato recentemente accusato proprio di questo.