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Crisi energetica, MITE: un grado in meno per riscaldare gli edifici. E a scuola? Si riuscirà davvero a tenere le finestre aperte?

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Il Mite, Ministero della transizione ecologica, ha pubblicato oggi, 6 settembre, il Regolamento per “realizzare da subito risparmi utili a livello europeo a prepararsi a eventuali interruzioni delle forniture di gas dalla Russia. In piena crisi energetica ci si chiede da tempo cosa attuare per risparmiare il più possibile sul prezzo di gas ed elettricità. Secondo il dicastero bisognerà agire sulla temperatura degli edifici.

Come riporta l’Ansa, tra le misure previste c’è la riduzione di 1 grado per il riscaldamento degli edifici, da 17 con più o meno 2 gradi di tolleranza per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili, da 19 con più o meno 2 gradi di tolleranza per tutti gli altri edifici.

“I limiti di esercizio degli impianti termici, rispetto a quanto previsto dal comma 2 dell’articolo 4 del DPR n.74/2013, sono ridotti di 15 giorni per quanto attiene il periodo di accensione (posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 giorni la data di fine esercizio) e di 1 ora per quanto attiene la durata giornaliera di accensione”. E’ quanto si legge nel Regolamento del Mite per il contenimento dei consumi di gas in cui si precisa tuttavia che sono fatte salve le utenze sensibili (es. ospedali, case di ricovero ecc.)

Le stime dell’impatto di tutte le misure di contenimento indicate dal Regolamento “portano ad un potenziale di circa 5,3 miliardi di metri cubi di gas, considerando la massimizzazione della produzione di energia elettrica da combustibili diversi dal gas (circa 2,1 miliardi di Smc di gas) e i risparmi connessi al contenimento del riscaldamento (circa 3,2 miliardi di Smc di gas)”. A cui, spiega il Mite, si aggiungono le misure comportamentali da promuovere attraverso campagne di sensibilizzazione degli utenti ai fini di un comportamento più virtuoso nei consumi.

Cosa succederà nelle scuole?

Nel documento in questione non vengono menzionati gli edifici scolastici nello specifico. Resta quindi da capire se si tratta di misure che verranno applicate a scuola oppure no, anche considerando il possibile contrasto con quelle da adottare contro la diffusione del Covid-19.

Viene da chiedersi infatti se durante la stagione fredda il suggerimento di tenere le finestre aperte ribadito nelle ultime linee guida anti-Covid rivolte alle scuole si scontrerà con l’impulso di tenerle chiuse a causa della bassa temperatura delle classi, che potrà essere ridotta proprio a causa della crisi energetica. Si tratta di un vero e proprio dilemma, come ha evidenziato con sarcasmo Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE, qualche giorno fa.