Home Archivio storico 1998-2013 Notizie dalle Regioni Crollo al liceo Darwin, in Appello le condanne diventano 6: ci sono...

Crollo al liceo Darwin, in Appello le condanne diventano 6: ci sono anche 3 prof

CONDIVIDI
È di sei condanne e una assoluzione il processo d’Appello per il crollo al liceo Darwin di Rivoli , nel Torinese, in cui nel novembre 2008 perse la vita lo studente Vito Scafidi. In primo grado era stato condannato soltanto uno dei sette imputati. Le pene inflitte vanno da un minimo di 2 anni e 2 mesi a un massimo di 4 anni.
L’unico assolto, per non avere commesso il fatto, è stato il funzionario della provincia di Torino, Massimo Masino. Confermata la condanna a 4 anni per Michele Del Mastro, sono stati condannati pure gli altri due funzionari della Provincia di Torino: 3 anni e 4 mesi per Sergio Moro e 3 anni per Enrico Marzilli.
Condannati anche i tre insegnanti che erano responsabili della sicurezza della scuola, ovvero Paolo Pieri (2 anni e 6 mesi), Diego Sigot (2 anni e 2 mesi) e Fulvio Trucano (2 anni e 9 mesi). Decise anche provvisionali per 400 mila euro, 300 mila euro dei quali alla mamma di Vito Scafidi, Cinzia Caggiano. Alla lettura della sentenza la donna è scoppiata a piangere.
“Più che giustizia questa sentenza è un punto di partenza per la sicurezza in tutte le scuole italiane. Continueremo a lottare per questo obiettivo, come abbiamo fatto nel corso di questo processo”: è questo il commento, a caldo, di Cinzia Caggiano, mamma dell’unico dei 18 studenti coinvolti nel crollo del controsoffitto di quasi cinque anni fa perse la vita.
“A Busalla, in provincia di Genova, hanno inaugurato da poco una scuola dedicata a Vito – ricorda ancora la donna – in cui il sindaco e l’amministrazione comunale non hanno badato a spese: vorremmo che tutte le scuole italiane fossero così”.
Soddisfatto pure il padre della giovane vittima: “siamo usciamo tutti con le ossa rotte da questa sentenza, perché nessuno ci riporterà Vito – dice Fortunato Scafidi – tuttavia ci saremo rimasti assai male se fosse stato confermato il verdetto di primo grado. La giustizia italiana è questa, la corte non avrebbe potuto fare di più. La morte di Vito non è avvenuta invano”.