Docenti e Ata precari con contratti brevi, niente stipendio a fine mese. Flc-Cgil protesta davanti al Ministero: “Mangiamo pure noi”

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Malgrado le rassicurazioni del ministro Giuseppe Valditara e l’avvio di procedure, l’annoso problema dei pagamenti in riardo degli stipendi dei precari della scuola con contratto breve e saltuario sembra tutt’altro che risolto. Martedì 13 febbraio, la Flc-Cgil ha organizzato un sit-in davanti al ministero dell’Istruzione e del Merito per sollevare il problema: durante la protesta, una delegazione, guidata dal segretario nazionale Alessandro Rapezzi, è stata anche ricevuta dal capo dipartimento del Mim Jacopo Greco. ‘La Tecnica della Scuola’ ha dato voce ad alcuni dei partecipanti alla protesta.

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Una docente di Roma, che insegna italiano storia geografia alle scuole medie e lavora su sul sostegno quest’anno a Lavinio, sul litorale in direzione Civitavecchia a circa a 40 chilometri dalla città, : in estate è stata “saltata” dalle GPS, successivamente ha quindi accettato una supplenza breve, sostituendo una collega in maternità, che gli viene rinnovata con piccoli contratti da 20 giorni o un mese al massimo.

Quando ha iniziato le supplenze quest’anno e poi quando è stata pagata?

Ho iniziato i primi di ottobre sono rientrata nelle emissioni speciale del 29 dicembre, insomma sono passati quasi tre mesi senza percepire lo stipendio: è un problema per chi deve affrontare tutte le spese per andare a lavorare in una sede scolastica lontano dalla residenza.

E ora le cose vanno meglio?

Ad oggi, siamo a metà febbraio, e il mese di gennaio non è stato pagato: non c’è nessuna notizia e non si riesce neanche a sapere quando poi verrà effettivamente pagato.

Cosa significa lavorare e non avere la garanzia dello stipendio a fine mese?

Penso sia facile da comprendere, perché le bollette e l’affitto vanno pagati: quando ci sono delle scadenze, quindi, molti come me si trovano in enorme di difficoltà perché non sanno più dove prendere i soldi per le spese quotidiane.

Immagino che occorra ricorrere anche amici e parenti?

Sì, chi ha la possibilità certo, per forza, perché poi mangiamo anche noi.

Cosa si sente di dire alle istituzioni, quale appello possiamo fare?

Intanto, c’è bisogno veramente di mettersi al tavolo e pensare bene. Perché ci sono 400 mila precari chiamati ogni anno nelle scuole, sono i docenti che insegnano ai vostri figli: credo che vi sia bisogno di una certa continuità e che sia il caso di assumere i docenti preparati e con esperienza.

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Un sindacalista della Flc-Cgil, Tito Russo, racconta, sempre ai nostri microfoni, le esperienze che stanno vivendo tanti lavoratori del personale Ata.

La risulta che qualcuno non riceva compensi da mesi?

Assolutamente sì e c’è anche una complessità in più legata al mancato finanziamento, perché queste posizioni di amministrativo e collaboratore tecnico sono state istituite con fondi legati al Pnrr e all’Agenda sud: solo che il governo non ha previsto un meccanismo lineare, per garantire le retribuzioni con una regolarità mensile nonostante questi lavoratori, da ottobre 2023, abbiano di fatto arricchito l’organico del personale Ata sostenendo servizi fondamentali per le scuole.

Il ministro aveva garantito un impegno su questo fronte: avete un riscontro reale?

Il ministro ne dice una al giorno, quindi poi contano i fatti i fatti: ad oggi, febbraio del 2024, ci dicono che i ritardi vi sono ancora e continuano ad essere cronici, abbiamo centinaia di lavoratori nel Lazio che sono stati in alcuni casi anche costretti a licenziarsi, per cercare un’altra occupazione, dopo mesi di lavoro ‘gratuito’ a scuola, senza retribuzione e senza nemmeno il diritto alla Naspi, la beffa di tutta questa vicenda.

Cosa chiedete?

Noi quello che chiediamo è, per coloro che ancora sono in servizio, una liquidazione urgente di tutte le spettanze che sono ad oggi ancora attese e soprattutto una continuità del contratto perché non ha senso che gli amministrativi durano fino a un certo periodo e i collaboratori fino ad un altro, perché sono tutti lavoratori fondamentali per il sistema del servizio scolastico e quindi i contratti devono durare al nostro avviso fino alla fine dell’anno quindi debbano essere annuali e resi strutturali. Parliamo, per concludere, di contratti legati al Pnrr.

Quindi sarebbe auspicabile anche procrastinarli sino al 2026?

Noi crediamo anche oltre, nel senso che da anni come Flc-Cgil chiediamo una stabilità e un allargamento degli organici del personale Ata che sono stati ridotti al lumicino sin dai tagli della ex ministra Mariastella Gelmini s decorrere dal 2008. Il progetto del piano di ripresa e di resilienza ci doveva restituire un Paese migliore dopo la pandemia, mentre oggi su questo filone tratta i lavoratori come stiamo vedendo. Noi pensiamo che questi lavoratori, così come lo dicevamo in occasione dell’organico Covid di qualche tempo fa, debbano essere considerati strutturati all’interno di un organico complessivo di diritto.