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“Educare al domani”, convegno a Todi su costo standard e scuole paritarie

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NeI giorni 15 e 16 Settembre si è tenuto a Todi il Convegno “Educare al domani”, organizzato dall’Associazione Articolo 26.

L’evento ha coinvolto numerosi esperti del mondo accademico, politico e dell’associazionismo cattolico. Tra i numerosi ospiti sono intervenuti con relazioni di altissimo profilo Anna Monia Alfieri, esperta di politiche scolastiche – una delle voci più autorevoli e libere nel Panorama scolastico  e protagonista del tavolo sul Costo Standard -, il Prof. Franco Nembrini e il Sociologo Mario Salisci.

Il convegno ha trattato il tema dell’educazione sotto molteplici aspetti e ha voluto porre l’accento anche sulla questione della libertà di scelta educativa. L’educazione delle future generazioni è un tema cruciale per il Paese e da più parti è emersa la crisi della più importante istituzione educativa, la scuola.

D’altro canto è emersa anche la crisi delle nuove generazioni che soffrono di un malessere generalizzato che si declina in varie forme.

Su questo tema è intervenuto Mario Salisci, che ha presentato una relazione approfondita sulle cause sociali dell’insorgenza di questo grave malessere, come ad esempio l’aumento delle dipendenze, dei disturbi del comportamento alimentare e di svariate altre forme di disagio che assumono nuove e inedite forme (il caso degli hikikomori è emblematico).

La condizione della scuola in Italia è nota a tutti: da più parti considerata inefficace e inefficiente, estremamente dispendiosa, ha anche un altro problema, radice dei precedenti, come è emerso chiaramente dall’intervento di Anna Monia Alfieri: in Italia non viene rispettato il principio della libertà di scelta in campo scolastico e del pluralismo educativo.

Lo Stato, impedendo la libertà di scelta nell’ambito dell’istruzione pubblica, che per legge è paritaria e statale, pone come istituzione monopolistica la scuola statale, che implode necessariamente su se stessa, essendo controllata e gestita dallo Stato stesso. Dove non c’è libertà di scelta in educazione, dove il povero non può scegliere la buona scuola pubblica, statale o paritaria, per il proprio figlio, la conseguenza sicura è lo Stato totalitario, il regime dittatoriale, che come è noto può essere di un partito o di un singolo.

Anna Monia Alfieri, con il suo intervento deciso e puntuale non fa sconti, e rivolgendosi ai rappresentanti politici presenti e a tutto l’uditorio, fa notare che i risvolti di questa posizione sono molto pesanti, in primo luogo perché impediscono di fatto l’esercizio di un diritto costituzionale e, in secondo luogo, perché si deprime l’iniziativa educativa dei dirigenti e dei docenti nullificando quel principio di autonomia che avrebbe dovuto guidare lo sviluppo della scuola italiana perlomeno dall’inizio degli anni Duemila.

Sia chiaro che impedire alle famiglie non abbienti una reale possibilità di scelta educativa, rendendo l’accesso economicamente difficile, penalizza sicuramente le giovani generazioni, ma in generale tutto il sistema formativo del Paese.

Suor Anna Monia Alfieri presenta, forse unica nello sviluppo del convegno, una soluzione concreta e validissima dal punto di vista scientifico: l’adozione del costo standard di sostenibilità per allievo, un concetto elaborato e frutto di un lungo percorso di ricerca in ambito giuridico ed economico.

In un interessantissimo video (The true Numbers) Suor Anna Monia mostra come a fronte di un contributo di meno di 500 milioni di euro, le scuole paritarie italiane fanno risparmiare allo Stato più di 6 miliardi di euro all’anno. Dunque lo finanziano perché i genitori pagano sia le tasse che le rette nelle scuole pubbliche paritarie che, attraverso il costo standard, sarebbero invece accessibili a tutti, ricchi e poveri. Il problema però non è solamente economico ma soprattutto giuridico, perché l’impedimento insiste sulle famiglie più povere, ovvero proprio quelle alle quali non è concessa nessuna possibilità di scelta educativa per i propri figli.

Conclude suor Anna Monia che l’unica alternativa possibile alla paralisi del sistema scolastico pubblico tutto, statale e non statale, è la definizione di un costo standard per alunno, presente nel programma della Lega oggi al Governo. Di conseguenza, proprio alla Lega si domanda: “Che fine hai fatto, su questo punto?…Paura di perdere le poltrone al governo?”. Come si domanda ai pentastellati: “Perché il povero in Italia non può scegliere dove educare il figlio, nell’ambito della buona scuola pubblica?”.