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Esami conclusivi di primo ciclo: i dati forniti dal Miur

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Aumentano, seppur di poco, gli studenti ammessi all’esame conclusivo del I ciclo d’istruzione, e si conferma la percentuale dei ragazzi, quasi la totalità, che supera l’esame. È questa la sintesi dei numeri che sono stati rilevati dai risultati dell’ultimo esame di terza media. Dati che fanno emergere ancora alcune differenze tra i risultati delle singole regioni, più evidenti nelle percentuali di ammissione, maggiori difficoltà degli studenti stranieri, anche se il gap con gli italiani si riduce progressivamente, una sostanziale conferma del voto medio e della maggiore propensione delle ragazze a raggiungere risultati migliori.
Nello specifico, gli studenti ammessi all’esame nell’ultimo anno scolastico (2011/2012) sono stati il 96,3%, contro il 95,9 dell’anno 2010/2011. Un dato che conferma una tendenza in rialzo del tasso di ammissione già registrata a conclusione del precedente anno scolastico, quando la percentuale di alunni ammessi all’esame era aumentata di mezzo punto percentuale. 
Quindi si può parlare di un trend destinato, speriamo, a confermarsi anche per il corrente anno scolastico. Con quali esiti di voto stati ammessi alle scuole secondarie di secondo grado il 99,3% degli ammessi? Si conferma il voto medio complessivo che passa dal 7,5 del precedente anno scolastico al 7,4 dell’ultimo esame. In questo caso si nota una leggera flessione nel rendimento valutativo. Le differenze di risultati in termini di voto e di ammissione è un dato che colpisce. 
Una differenza che emerge più facilmente confrontando i risultati regionali con quello nazionale. Da questo punto di vista le regioni dove il divario è più marcato sono la Sicilia e la Sardegna, dove la percentuale di studenti ammessi risulta inferiore, rispettivamente, del 1,8% e 3,5 rispetto alla media nazionale. Meno sensibile, invece, è la differenza per quanto riguarda gli studenti che hanno superato l’esame. In alcune regioni ad una percentuale di ammissione più bassa si associa un tasso di promozioni all’esame maggiore rispetto alla media nazionale. E’ il caso del Friuli e della Liguria, dove si è verificata una maggiore selezione in fase di ammissione all’esame, al quale hanno preso parte, rispettivamente, il 95,1% d il 96% degli studenti. Se la percentuale dei promossi all’esame è rimasta sostanzialmente invariata, diversi sono stati i risultati rispetto allo scorso anno per quanto riguarda i voti conseguiti. 
Da questo punto di vista le differenze maggiori si registrano agli estremi della fascia di voto: gli studenti promossi con la sufficienza sono passati dal 28,8% al 31%, mentre si è ridotta dell’1,5% la percentuale di studenti che ha superato l’esame con il massivo dei voti (dieci) e le lodi sono passate dal 2,1% all’1,7%. Nel complesso gli studenti che si sono licenziati con un voto pari a “dieci” o con la lode sono stati il 6%.Umbria, Puglia e Calabria sono le regioni dove si sono conseguiti i voti più alti, cioè pari o superiori al “nove”. In particolare, Calabria e Puglia sono quelle con la quota maggiore di studenti che hanno superato l’esame con “dieci”: il 6,5% in Calabria e il 6,1% in Puglia. Situazione opposta per Sicilia e Sardegna, dove prevale la percentuale di alunni con la sufficienza pari, rispettivamente, al 34,3% e 33% dei casi. 
La regione con la più alta percentuale di “lodi” è l’Umbria con il 2,7%.In ogni caso, considerando una serie storica su tre anni, si può notare come i dati rilevati quest’anno rispecchino maggiormente la situazione già emersa nell’anno scolastico 2009/2010.
 Ne consegue, quindi, che i risultati conseguiti all’esame sembrano riallinearsi ad una situazione già consolidata. Sono le ragazze ad aver conseguito i risultati più brillanti. Se nel complesso gli studenti che si sono licenziati con un voto pari a “dieci” o con la lode sono stati il 6%, le ragazze che si concentrano in queste fasce di voto più alte sono pari al 7,6% contro il 4,5% dei colleghi maschi. Specularmente, i ragazzi si concentrano maggiormente nelle fasce di voto più basse: il 65,1% ha conseguito un voto pari o inferiore al “sette” mentre solo il 51,1% delle ragazze ha conseguito i medesimi risultati. In particolare, le studentesse risultano essere più brillanti rispetto ai maschi nelle discipline umanistiche, mentre meno consistente è la distanza registrata in Matematica.
 Si è ridotto, inoltre, il divario nella prova nazionale Invalsi. Se lo scorso anno il voto delle ragazze era superiore di 0,5 punti, quest’anno risultati sono sostanzialmente identici: 6,4 per i ragazzi e 6,5 per le ragazze. La regione dove il distacco tra ragazze e ragazzi e maggiore è il Molise, dove il voto medio è stato, rispettivamente, del 7,7 e 7,2. I maschi hanno raggiunto risultati migliori in Umbria, Lazio e Puglia. Le studentesse, invece, eccellono soprattutto in Calabria. Per quanto riguarda la prova Invalsi, è interessante osservare il rapporto tra il voto conseguito dagli studenti nella prova in funzione del risultato finale dell’esame. 
Le due variabili considerate infatti, voto Invalsi e voto finale, sembrano abbastanza allineate: al crescere della fascia di voto ottenuto nella Prova Nazionale, aumenta il voto finale conseguito. Nello specifico, coloro che hanno ottenuto una votazione pari a “sei” risultano aver conseguito, nell’87,5% dei casi, un voto nella prova nazionale inferiore o pari alla sufficienza; allo stesso modo, chi ha superato l’esame con “nove” o “dieci” ha riportato un voto alla prova Invalsi superiore o pari al “sette”, rispettivamente, nell’83,9% e 99,2% dei casi. Come già emerso dall’analisi dei dati dello scorso anno, i risultati conseguiti dagli studenti variano in funzione della cittadinanza. Se la percentuale degli studenti ammessi all’esame con cittadinanza italiana è pari al 96,6%, quella degli studenti con cittadinanza non italiana si ferma al 90,4%. Meno sensibile invece è la differenza per quanto riguarda il superamento dell’esame.
Eppure, nonostante persistano differenze tra studenti stranieri e quelli italiani, è importante notare come lo scarto si sia ridotto nel tempo: negli ultimi tre anni scolastici il gap esistente tra i tassi di ammissione è passato da 8,3 a 6,5, quello tra i tassi di successo da 0,7 a 0,5. Un fenomeno, questo, frutto di un graduale processo di integrazione e dell’aumento degli studenti figli di immigrati di seconda generazione che, seppur in parte, hanno superato le difficoltà linguistiche. Il tasso di successo dei candidati esterni risulta sensibilmente inferiore rispetto ai colleghi interni: 84,8% per i primi contro il 99,7% dei secondi. Rispetto allo scorso anno, i risultati conseguiti dai candidati esterni hanno subito un calo, con una diminuzione delle promozioni dell’1,4%. La maggior parte di essi, inoltre, ha superato l’esame con la sufficienza (78,1%).