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Francesco De Bartolomeis, il pedagogista che diventa cavaliere della Repubblica a 105 anni suonati

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Nella giornata del 2 giugno, presso la Prefettura di Torino, il professore Francesco De Bartolomeis è stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica.
De Bartolomeis, che ha compiuto 105 anni nel gennaio scorso, è stato certamente uno dei pedagogisti italiani più importanti del Novecento.
Nato in provincia di Salerno, è stato docente di pedagogia all’Università di Torino dal 1956 al 1988.
Nella intervista a Enrico Bottero, pedagogista e ricercatore, passiamo in rassegna alcuni dei principali aspetti del lavoro e del pensiero pedagogico di Francesco De Bartolomeis.


Grazie alla sua vasta conoscenza della storia della pedagogia, negli anni ’50 e ’60 lavorò molto per far conoscere in Italia i più importanti studiosi europei e nord-americani facendoli pubblicare dagli editori con cui collaborava (Loescher e Nuova Italia in particolare).
Fra i suoi primi testi va ricordato l’importante volume “La pedagogia come scienza” con cui egli prendeva nettamente le distanze dalla tradizione idealistica.
Negli anni settanta ebbe un ruolo decisivo nella nascita delle scuole a tempo pieno soprattutto a Torino e all’università realizzò una importante sperimentazione di laboratori didattici per gli studenti dei suoi corsi finalizzati ad integrare lo studio teorico della pedagogia.
Le basi teorico-pratiche di questa innovazione sono contenute in due testi di quel periodo che ebbero un grande successo fra i docenti, “La ricerca come antipedagogia” e “Il sistema dei laboratori”.
Nel 2018 lo avevamo intervistato proprio all’indomani del suo centesimo compleanno.

Nella stessa occasione l’onorificenza è stata attribuita anche a Tomaso De Luca, che è stato per diversi anni dirigente scolastico dell’Istituto superiore Avogadro, una delle scuole “storiche” della città di Torino.