Appena il 3% dei giovani italiani reputa l’ambiente scolastico e universitario un valido riferimento nella ricerca del posto di lavoro; decisamente più utile, invece, il supporto informativo offerto, oltre che dalle agenzie addette alla ricerca di lavoro, dai tradizionali giornali e dalla rete internet. I dati provengono dalla terza indagine sulle agenzie per il lavoro ed ha riguardato circa 3.000 lavoratori: a realizzarla è stata Metis e AB Research, una società specializzata in ricerche di mercato con l’obiettivo di indagare il livello di soddisfazione dei lavoratori rispetto alla somministrazione di lavoro e agli altri servizi offerti dalle agenzie per il lavoro.
Dall’indagine è emerso anche che le agenzie hanno un pubblico prevalentemente giovane (52% tra i 21 e i 30 anni) e istruito, il 67,8% ha un titolo di studio superiore (di cui il 19% con laurea, del vecchio ordinamento). Il 52,6% dei lavoratori è impiegato nell’industria, il 23% nel terziario, il 10,9% nella telefonia, il 7,3% nel credito, il 6,2% nella grande distribuzione. Il 43% sono impiegati, mentre il rimanente 57% sono operai. Per quel che riguarda la durata dell’impiego, il 24% “regge” 1 mese, il 32% da 1 a 3 mesi, il 24% da 3 a 6 mesi e il 20% oltre 6 mesi.
“La nostra indagine – spiega Piermario Donadoni, amministratore delegato Metis – conferma l’utilizzo, da parte dei giovani, delle agenzie per il lavoro come strumento per muovere i primi passi nel mondo del lavoro. Il 35% di questi giovani, al termine della prima missione, viene confermato a tempo indeterminato dall’azienda utilizzatrice. Con gli altri programmiamo un percorso di carriera che dopo 3 o 4 missioni portano il giovane ad inserirsi a tempo indeterminato nel mondo del lavoro”.
“Negli tre ultimi anni – continua Donadoni – abbiamo notato una crescita anche degli over 40 anni che sono passati dal 6% del 2003 al 10% del 2006. Questa crescita dipende da due fattori: la trasformazione in agenzie per il lavoro, che ci ha consentito di offrire opportunità lavorative anche a tempo indeterminato e quindi di rivolgerci anche a coloro che già lavorano ma che vogliono cambiare o migliorare la loro posizione; inoltre, si rivolgono a noi anche molti over 40 e soprattutto over 50 usciti dal mondo del lavoro per riqualificarsi e reinserirsi nel mondo del lavoro”.
In merito agli strumenti di ricerca del lavoro maggiormente utilizzati c’è una sostanziale equità di utilizzo della carta stampata (26,2%) e di internet (che ha fatto registrare un buon 26%, decisamente in crescita nei confronti del 19% registrato nella precedente rilevazione). Canali alternativi quali eventi e fiere dedicati al lavoro e volantini raccolgono, insieme, il 15% delle preferenze. Davvero desolante registrare che l’ultimo posto delle preferenze che, sempre secondo il campione di intervistati, aiuterebbero sufficientemente i giovani nel passaggio al mondo del lavoro è occupato da scuola e università.
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