Lo studio ha però anche scoperto che quel 92% di studenti più bravi che prosegue gli studi “tendono più di altri a gravitare verso studi ingegneristico-architettonici, sanitari e scientifici, mentre sono poco attratti dagli studi in campo politico-sociale e giuridico”.
Decisamente ridotto anche il numero di atenei dove convogliano i migliori studenti italiani: “Vi è una forte capacità – continua il rapporto – di discriminazione nella scelta delle università e alcune università d’eccellenza sono ampiamente sovra-rappresentate; si segnalano, in particolare, l’Università di Pisa (con la Scuola Normale e la Scuola Sant’Anna), la Bocconi di Milano, l’Università di Pavia, il Politecnico di Torino e la Luiss di Roma”.
L’ultimo dato, invece, è quello che sorprende di più: chi ha conseguito votazioni altisonanti e carriere scolastiche impeccabili, quell’8% che non va all’università, è destinato a trovare con fatica la propria strada professionale. “Sono relativamente pochi gli studenti eccellenti che attualmente lavorano – concludono dalla Federazione nazionale dei Cavalieri del lavoro – molti non hanno idee precise sull’occupazione futura e il lavoro autonomo costituisce un’ambizione relativamente periferica”. Insomma , essere bravi a scuola non sembra più aprire le porte al mondo del lavoro. Figuriamoci avere delle votazioni normali. O peggio ancora mediocri.
Il 26 aprile 2024 il CSPI, riunitosi in seduta plenaria, ha espresso parere favorevole alla…
A riflettori spenti, dopo le manifestazioni del 25 aprile, ritengo utile qualche riflessione sulla parola…
La violenza che ha coinvolto un corteo della Sapienza è solo l’ennesimo atto di una…
È tempo di bilanci, di giudizi e di riflessioni. Anche sui sistemi di valutazione adottati…
Nella seduta plenaria di ieri, venerdì 26 aprile 2024, svolta in modalità telematica, il CSPI…
Gli istituti scolastici risultano, in riferimento all’innovazione tecnologica continua trainata da aziende ed atenei, un…