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Ha vinto la leucemia, ma niente scuola perché in classe dei compagni sono “no vax” integralisti: è bufera [VIDEO]

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Ha vinto la battaglia più difficile, la leucemia, ma ora non può tornare a scuola: cinque suoi compagni di classe non sono vaccinati, e per lui, otto anni e immunodepresso, con scarse difese immunitarie a seguito della malattia, i rischi derivanti da un qualsiasi contagio potrebbero avere delle conseguenze fatali. Il fatto, di cui sta parlando tutta Italia, è purtroppo reale e accade nel quartiere San Giovanni di Roma.

(Fonte: Alanews)

Le due madri che dicono ‘no’

Il bambino ha scoperto la malattia circa un anno fa. Dopo un lungo percorso di chemioterapia, i medici hanno detto che può tornare a una vita normale. Ma nella sua classe primaria ci sono ben cinque ragazzini non vaccinati: i genitori hanno contattato le famiglie, hanno spigato l’esigenza e l’importanza per il figlio di tornare a scuola. Solo che alcuni dei non vaccinati hanno compreso la portata del problema e si sono detti propensi a provvedere al più presto alla vaccinazione.

Due mamme, invece, hanno confermato in pieno il loro ‘no vax’. Consapevoli che, al massimo, pagheranno una multa. Con i loro figli che potranno continuare ad andare a scuola. A differenza del piccolo immunodepresso, appena uscito dal tunnel di una terribile malattia.

Zingaretti (Pd): storia assurda

Il caso ha visto scendere in campo la Regione Lazio: “Una storia assurda – ha detto il governatore Nicola Zingaretti del Pd – faremo di tutto affinché questo bambino possa tornare a scuola il prima possibile: è una questione di civiltà”.

“La Regione – interviene l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato – ha chiesto alla Asl di attivarsi presso la dirigenza scolastica per verificare le condizioni di accesso a scuola in piena sicurezza. Se persisterà una situazione che pregiudica il diritto ad accedere a scuola in piena sicurezza per la salute del bambino scatteranno sanzioni pecuniarie”.

La preside: troveremo una soluzione, ma la legge…

La dirigente scolastica dell’istituto, già diffidata dai genitori del bambino, garantisce che “sicuramente troveremo le condizioni per farlo tornare a scuola”.

Secondo Mario Rusconi, presidente Anp Lazio, “c’è incertezza normativa: lo denunciamo da due anni. La legge non impone che tutti i bambini delle scuole elementari siano vaccinati: sono previste solo sanzioni pecuniarie in caso contrario, non l’esclusione degli alunni”.

La preside sostiene di “fare quello che la legge mi dice: entro il 10 marzo le persone che devono regolarizzare la loro posizione mi presenteranno la documentazione, pena una multa. Se allora qualche alunno della classe non risultasse ancora in regola gli sarà offerta un’altra soluzione. Siamo alla terza proroga in materia di termini in cui presentare la documentazione. Se ci fosse stata più chiarezza casi del genere non si sarebbero verificati”.

Il riferimento è al cambiamento continuo delle indicazioni legislative della scorsa estate. Tanto è vero che quasi il 30 per cento degli alunni non sarebbe vaccinato.

Novelli (Fi): in questi casi il codice deve diventare penale

“Le sanzioni pecuniarie non bastano: in taluni casi si è di fronte a comportamenti irresponsabili che ledono i diritti di altri, a maggior ragione se bambini immunodepressi, devono essere previste sanzioni penali”, ha detto Roberto Novelli, deputato di Forza Italia e componente della commissione Affari sociali.

“L’insensibilità e l’irresponsabilità di certi genitori è raccapricciante. Sono consapevoli delle conseguenze della loro scelta sul piccolo immunodepresso, ma non mostrano segni di ravvedimento. In questi casi, come in quelli di contagio colposo, credo sia giusto procedere penalmente. Del resto è leso il diritto all’istruzione di un bambino che fortunatamente potrebbe tornare a scuola dopo un anno di cure, ma che non può farlo per l’irresponsabilità di alcuni genitori. Integrerò la mia proposta di legge che prevede la modifica dell’articolo 438 del Codice penale con questa fattispecie”, conclude Novelli.

Il precedente di Treviso

Già nel 2018, in una scuola di Treviso, è accaduto un fatto che la dice lunga sull’esigenza di prendere posizioni chiare, a partire dal governo, sulle vaccinazioni obbligatorie in ambito scolastico: nel capoluogo veneto, una denuncia contro ignoti per omissione d’atti d’ufficio, istigazione alla disobbedienza e tentata epidemia è stata presentata da una coppia di genitori la cui figlia, vaccinata ma con un deficit immunitario a seguito di trapianto, era stata costretta a non frequentare la scuola dell’infanzia per cinque settimane, perchè nella classe c’erano due fratellini non vaccinati, che avevano contratto la varicella.

Anche storie a lieto fine

Dopo avere dovuto affrontare il serio problema di salute, il bambino romano è particolarmente sfortunato: è notizia di oggi che nella scuola primaria di Baone, in provincia di Padova, Istituto Comprensivo “G. Pascoli”, venti bambini di otto anni, la stessa età dei compagni del bimbo di San Giovanni, appartenenti ad un’intera classe della scuola primaria, si sono sottoposti al vaccino antinfluenzale per proteggere una compagna immunodepressa.

L’iniziativa, che coinvolto anche le maestre e i genitori in un’azione collettiva di solidarietà, è valsa alla classe l’assegnazione di una targa d’encomio da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.