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I docenti del potenziamento che non lavorano: colpa della legge o delle scuole?

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La vicenda del prof di Filosofia che denuncia il suo status di “nullafacente” perché inserito nell’organico di potenziamento della propria scuola ha posto un problema molto frequente dopo l’istituzione dei docenti di potenziamento, spesso utilizzati come tappabuchi.

Il prof di filosofia, in ruolo dal 1 settembre 2011, trasferito con la mobilità interprovinciale 2016, lamenta i problemi legati ai docenti di potenziamento, inseriti per lo più grazie alla fase C della Buona Scuola provenienti dalle Graduatorie d’esaurimento.

Il problema è che in moti casi, le scuole non riescono o non possono utilizzare questi insegnanti nel loro ambito e che quindi spesso vengono impiegati in altre materie in base alla necessità della scuola o restano “parcheggiati” in aula insegnanti.

La maggior parte di questi “potenziatori” nelle scuole superiori sono abilitati per le discipline economico-aziendali, giuridiche, disegno, arte, ma anche d’inglese, matematica, fisica e appunto filosofia.
Come riporta La Repubblica, del totale di questi docenti 23473 sono stati inviati alle scuole superiori, alle scuole medie 7206, mentre alla primaria sono 18133.

Ci sono però molti casi in cui i dirigenti sono riusciti a collocare questi neo assunti in maniera produttiva, potenziando realmente l’attività didattica. Come si legge ancora su La Repubblica, all’Istituto comprensivo Valente di Roma, i docenti di diritto hanno costruito un percorso di educazione civica per i bambini. Al liceo Copernico di Bologna hanno organizzato un seminario sulla Costituzione. Molti presidi sparsi in Italia, hanno apprezzato l’abbondanza di personale costruendo progetti ad hoc che sfruttino le competenze degli insegnanti e rafforzino l’attività didattica degli studenti.

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A proposito di presidi, sempre su La Repubblica, ha parlato il preside del Liceo Classico “Alfieri” di Torino, che ha risposto per le rime al docente che lamenta di essere pagato per non fare nulla: “gli abbiamo fatto diverse proposte, dichiara il Ds, ma non abbiamo ricevuto risposte. Prima rfiutando di coprire parte delle ore alternative di religione, facendomi notare che sarebbero dovute essere ore di straordinario. Un mese fa gli ho chiesto di seguire una ragazza dislessica, ma ancora non ha dato risposta”.

La soluzione a tale problema forse, come abbiamo già evidenziato in passato, si trova in mezzo: da un lato la legge che, distribuendo questi docenti senza tenere conto sempre delle reali necessità delle scuole ha creato queste aule professori piene di persone che attendono di poter esprimere le proprie competenze. Dall’altro lato, tali situazioni sono spesso dovute alla programmazione del Collegio docenti, che non ha saputo sfruttare queste risorse in maniera produttiva, come succede invece in tante altre scuole.

 

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