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Ifts destinati anche a chi fa il liceo

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“Per potenziare la frequenza dei corsi Ifts alla naturale connessione con i percorsi quadriennali dell’istruzione e della formazione professionale, il Miur darà la possibilità per i giovani che hanno conseguito un diploma liceale di iscriversi ad un corso professionale di tecnico superiore spendibile a livello nazionale ed europeo”. L’annuncio del sottosegretario all’Istruzione Maria Grazia Siliquini, intervenuto il 23 gennaio a Torino al convegno “Ifts 2004-2006: a che punto siamo?”, spazza il campo a molti equivoci sulla specializzazione post-diploma: è chiara l’intenzione dei responsabili dell’istruzione di allargare la frequenza delle scuole di Istruzione e formazione tecnica superiore a quegli studenti maturati nei licei che intendano specializzarsi in un settore tecnico senza accedere ad un ateneo universitario. Ma non si tratterebbe di un’alternativa in competizione con quella accademica: “il nostro Governo – ha spiegato Siliquini – intende favorire lo sviluppo degli Ifts imponendolo come un sistema alternativo, una valida opportunità per i giovani, ma non certo concorrente con l’Università”.
Il convegno piemontese ha rappresentato l’occasione per fare il punto della situazione sugli Ifts ad un anno dalla loro nuovo strutturazione in partnership, avvenuta a seguito dell’accordo realizzato in Conferenza Stato-Regioni di imporre un progetto di maggiore stabilità, qualità e visibilità dell’offerta formativa dell’Ifts: “Sono oltre 30 – ha detto il sottosegretario all’Istruzione –  i poli formativi del sistema Ifts istituiti in ben 11 Regioni, a partire dalla sperimentazione avviata in Piemonte con lo stanziamento del Miur di ben 800.000 euro per i progetti pilota nei settori del wireless e della plasturgia”. Si tratta di numeri importanti, accolti con entusiasmo dai responsabili del progetto: “Grazie a questo nuovo modello di cooperazione tra Regioni, Enti locali, Università, Istituti scolastici centri di formazione professionale e di ricerca, nonché sistemi di piccole e medie imprese – ha continuato Siliquini – saranno preparate ed immesse sul mercato del lavoro dei super-tecnici richiesti dai settori individuati come strategici per lo sviluppo del tessuto produttivo locale”.

L’obiettivo del Miur è quello di specializzare personale particolarmente adatto per inserirsi in aziende di media-piccola grandezza: “Questi percorsi – ha concluso la senatrice – rappresentano un reale sostegno nei settori strategici per il made in Italy perché con la formazione ad elevata specializzazione dei giovani, si garantisce, anche per il futuro, la qualità e l’alto livello dei nostri prodotti in settori come l’agricoltura, l’artigianato, il commercio, il turismo, i trasporti, la marina mercantile, i servizi ai privati di interesse sociale. Inoltre, il Paese potrà sostenere la competitività delle piccole e medie imprese, che spesso non sono in grado di farsi carico di formare, specializzare e riconvertire il proprio personale”.